NewsSolidali con il Papa Dichiarazione del direttore della sala stampa della santa sede, p. Federico Lombardi, s.i., circa l'uso improprio dell'immagine del Santo Padre in una campagna pubblicitaria.Bisogna esprimere una decisa protesta per un uso del tutto inaccettabile dell'immagine del Santo Padre, manipolata e strumentalizzata nel quadro di una campagna pubblicitaria con finalità commerciale.Si tratta di una grave mancanza di rispetto per il Papa, di un'offesa dei sentimenti dei fedeli, di una dimostrazione evidente di come nell'ambito della pubblicità si possano violare le regole elementari del rispetto delle persone per attirare attenzione per mezzo della provocazione.La Segreteria di Stato sta vagliando i passi da fare presso le autorità competenti per garantire una giusta tutela del rispetto della figura del Santo Padre.Nostro commentoQualcuno propone a viva voce: uniamoci nel boicottare i prodotti Benetton.Anche noi condividiamo lo sdegno dei Papaboys i quali hanno avviato una campagna di boicottaggio verso i prodotti della Benetton. Che cosa accade: la casa italiana ha avviato una campagna pubblicitaria nella quale utilizza e tarocca, sporcandola, l'immagine pulita del Papa Benedetto XVI intento a scambiarsi carinerie con un imam egiziano.Nel modo più convinto crediamo e vorremmo che i simboli religiosi debbano essere lasciati in pace e certamente il Papa appartiene a questi nel modo più nobile e sacrosanto della parola.Evidentemente nella cultura di oggi consumistica e commerciale, in genere, ed in quella imprenditoriale di Benetton e del suo spregiudicato pubblicitario, massone e dissacratore, l'idea di rispetto e tolleranza nei confronti dei cattolici sono allo stato infinitesimale.Insomma, diciamo a Benetton e, in genere, a chiunque altro intenda speculare sul Papa che sarebbe proprio il caso di smetterla!Fortunatamente, dopo le proteste vaticane, laBenetton ha ritirato la pubblicità, ma il male è stato fatto, lo scandalo dilaga, la furbata è stata troppo grande e a noi resta lo sconcerto e la convinzione che alla stupida malignità non c'è proprio più limite.17 novembre 2011Condividi pagina