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Il libro su san Placido di don Erminio Gallo a Torrebruna, momento di riflessione spirituale e culturale
Un libro destinato a sicuro successo l'ultimo di don Erminio Gallo, oggi parroco di Torrebruna: Placido, il discepolo di Benedetto descritto da Pietro Diacono, Il Pozzo di Giacobbe, 2020. Intriga innanzitutto la felice affermazione dell'Autore che Placido è una figura «complessa e affascinante». Immagino la curiosità del lettore, non solo del devoto di Torrebruna, di cui il Santo è patrono, ma di qualunque lettore appassionato di agiografia cristiana, che vuole penetrare nell'animo del giovane monaco ed anche nel mondo del monachesimo medioevale. Il libro non esaurisce la vicenda di Placido; ha il merito, però, di mettere insieme le varie teorie sviluppatesi nel corso dei secoli riguardanti l'opera letteraria di Pietro Diacono e agevola il lettore con la traduzione in italiano delle tre biografie di Placido.
Balza evidente il rigore scientifico della ricerca storica di cui è appassionato don Erminio Gallo, la disponibilità di note esplicative per chi ama l'approfondimento; ricerca storica che non ha mai fine ed è sempre stimolante. Il libro è di facile lettura per chi vuole addentrarsi negli ideali del Santo, per imitarlo, per accrescere la propria fede, o semplice curiosità. La figura di Placido domina nell'opera letteraria di Pietro Diacono, e le sue notizie provenivano dai Dialoghi di Gregorio Magno e dalla Chronica monasterii Casinensis di Leone Ostiense.
Il personaggio, sicuramente storico, figlio del patrizio Tertullo, affidato ragazzo come discepolo a Benedetto, entra nel genere letterario di Pietro Diacono che ne fa un modello di santo da imitare per le sue virtù spirituali, per il suo martirio, per i suoi prodigi, per il suo eroismo, e soprattutto per la sua obbedienza. Obbedienza a chi? Al suo maestro Benedetto, soprattutto, come spiegato dal professor Tanzarella, obbedienza fatta di ascolto, "tutto orecchi" agli insegnamenti del maestro a lui trasmessi con amore e dolcezza in un rapporto discepolo-maestro fatto di umiltà da entrambi e di libertà. Qui il maestro è anche responsabile direttore autorevole del monastero. Non obbedienza come quella che ricorda il classico "signorsì" militare.
Il libro trascina nel mondo del monachesimo medioevale, in un'epoca in cui bisognava celebrare certi personaggi che hanno fatto la storia dell'ordine monastico.
Il libro è stato presentato nel pomeriggio del 26 luglio nella suggestiva piazza Duomo di Torrebruna, di una acustica eccezionale, dove domina la pietra nel pavimento e nelle facciate delle abitazioni, e dove giganteggia il campanile che svetta sulla chiesa della Trasfigurazione di N.S.G.C..
Orgogliosa la sindaca Cristina Lella che, nel suo saluto, ha rimarcato l'importanza dell'evento culturale e spirituale in un periodo in cui il Covid-19 quasi impone l'essenzialità, mentre l'autore don Erminio Gallo ha fatto una promessa importante: oggi pomeriggio parte il primo evento di riflessione spirituale.
Gli ascoltatori, ovviamente in sedie opportunamente distanziate, erano "tutto orecchi" a seguire i relatori padre Guido Innocenzo Gargano, prof. Sergio Tanzarella, mons. Claudio Palumbo, vescovo di Trivento, prof. Settimio Luciano, moderatore.
Bella la chiusa finale del vescovo che ha citato di "Il Piccolo Pincipe" il saluto della volpe: «Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi».
Rodrigo CieriTorrebruna, 29 luglio 2020