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Per non essere più esuli dal proprio passato
Grande e partecipato, emozionante e bello, piacevole e stupendo è stato il pomeriggio di venerdì scorso, 4 luglio, quando nella Cattedrale di Trivento si è ricordato e celebrato solennemente, con una conferenza e una concelebrazione, il primo Vescovo San Casto.
La forza e la dolcezza dei ricordi si sono mescolati ai dolci suoni e ai canti di popolari melodie, ricreando la giusta atmosfera di una familiare, profonda e intensa commozione.
Il profumo delle vita religiosa dei primi secoli ce lo ha fatto gustare l’esperto architetto venafrano, ma originario di Capracotta, Franco Valente (www.francovalente.it) il quale, dall’alto della sua pregevole competenza, ha saputo dispensare briciole preziose di conoscenza e ha illuminato il buio di un passato tanto glorioso, ma purtroppo dimenticato.
Il Nunzio Apostolico mons. Giuseppe Bertello, partendo dalla Parola di Dio, ci ha ricordato la necessità di una presenza e di una testimonianza cristiana vera, autentica e costante, che tutti i fedeli devono offrire alla società contemporanea come gocce di speranza che la contagino suscitando brividi di speranza e riaccendendo il dolce ed intenso calore del desiderio di amore totale e di umana fratellanza.Mons. Scotti ha gioito certamente per la numerosa, quasi totale, presenza dei suoi presbiteri e si è ulteriormente convinto della validità della sua proposta nel rivalutare la festa di San Casto, purtroppo negli anni negletta e dimenticata. E così ci ha ricordato che il segreto del successo per il nostro prossimo futuro è nascosto sicuramente nelle radici e tra le pieghe del nostro passato vetusto e sofferto sì, ma altrettanto importante e significativo.
Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali - Comunicato StampaTrivento (CB), 8 luglio 2008