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Saluto di S.E.R. Mons. Claudio Palumbo alla cerimonia dell'accensione
Innanzitutto, voglio rivolgere un grazie. Grazie al Signore, datore di ogni dono bello, di ogni dono perfetto, grazie al Santo Padre, grazie a Sua Eminenza e grazie al Governatorato della Città del Vaticano per averci consentito, concesso questo momento di grande orgoglio per noi nel poter offrire un Abete Bianco, su cui poi il Sindaco di Rosello darà tutte le spiegazioni relative.
Voglio ringraziare la Diocesi di Trivento, la parrocchia e il Comune di Rosello, tutte le altre presenze che si sono unite a noi in uno spirito di autentica e gioiosa fraternità.
Quindi l'augurio, facendo tesoro di quello che il Santo Padre ci diceva questa mattina: le radici e la contemplazione. Le radici che ci dicono della terra, dell'inserimento pieno nella terra, e la contemplazione, il presepe, che ci parla del Cielo. Tutte e due queste realtà inserite nel Mistero dell'Incarnazione del Verbo, nell'Incarnazione di Dio nella Storia diventano un tutt'uno, si rispettano, ma si armonizzano e vengono rese feconde.
Questo sia l'augurio anche per noi questa sera andando via dalla Città del Vaticano perché a nostra volta diventiamo messaggeri, araldi di questa bellezza e di questo senso di vita che nobilita l'uomo, che crea pace, di cui c'è tanto bisogno nel mondo. Se fosse necessario, anche con le parole del canto "Vola, vola" vorremmo portare al mondo queste ragioni così belle, queste ragioni così feconde e proporle ad ogni cuore di buona volontà.
E' necessario Gesù, è il fratello necessario incarnato per noi, ma è altrettanto necessario portarlo al mondo di oggi, visto che in Lui che coordinate del cielo e della terra sono diventate realtà di salvezza e il tempo non è più per noi un Κρόνος (krònos) ma un αἰών (aiòn), attimo di salvezza.
Grazie, e auguri.
+ Claudio Palumbo, Vescovo di TriventoCittà del Vaticano, 9 dicembre 2022