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"Per fortuna che viene il Signore", Lettera Pastorale per l'Avvento 2023

Carissimi fratelli e sorelle,
eccoci dunque all'Avvento: «Venuta di nostro Signore Gesù Cristo». È questo il titolo ufficiale e completo che il martirologio romano dà al tempo liturgico che iniziamo insieme, con la grazia del Signore, anche quest'anno.

Le quattro settimane che compongono questo tempo che precede il Natale, hanno il fine preciso di prepararci alla venuta del Cristo e del suo Regno. Quella venuta che continuamente invochiamo, come cristiani, nella preghiera del Padre nostro quando diciamo: Venga il tuo regno, cercando la nostra vera patria che ora, come gli antichi Padri nella fede, vediamo e salutiamo di lontano, dichiarandoci di essere stranieri e pellegrini sopra la terra (Cf Eb 11,13), usando di questo mondo come se non ne usassimo, ma nemmeno evadendolo o fuggendolo, anzi immergendoci e incarnandoci nel presente storico, per trascinarlo nell'immensa attrazione verso l'Invisibile e il Desiderato.

Il cristiano, infatti: «Sa anche che il Signore arriva, e che viene il suo Regno proprio in questo istante che passa e in questo aspetto che cambia. Così, invece di consumarsi in una attesa sterile, lavora, si dona e si rende disponibile per affrettare la venuta del Signore, perché Cristo è sempre "Colui che deve venire" (Mt 11,3) ed è impaziente di completarsi nelle sue membra, di ricapitolare in sé tutte le cose» (Jean Mouroux, Sens chrétien de l'homme, ed. Montaigne, Paris 1945, 245).

Un anno liturgico se n'è appena andato. Un altro immediatamente incomincia. Come abbiamo lasciato il tempo di salvezza e di grazia che ormai è alle nostre spalle e come ci troverà il nuovo tempo che si apre dinanzi a noi? È la domanda che ci interpella, tutti, in profondità.
Ma senza sgomentarci: per fortuna c'è il Signore!

Affidiamo fin da subito a Lui il tempo passato della nostra vita: sperando che sia solo tempo passato, ma non tempo perduto. E il tempo presente e futuro: pregando che, per Lui, grazie a Lui, e in Lui, sia tempo virtuoso e felice, ancora tempo di salvezza.

Con Maria, ci rimettiamo gioiosi in cammino verso un altro Natale, con nuovi passi e nuove prospettive. In cammino, con fiducia e masticando speranza, facendo della carità il nostro pane quotidiano, da spezzare e condividere con gli altri. Sì. In tutta sincerità, sentendo il nostro cuore pesante, sentiamo che abbiamo bisogno ancora di camminare, di tempo per restituire il debito al Signore; la meta è ancora lontana e Betlemme è solo una tappa del cammino verso l'Avvento glorioso. Immersi nella lunga trafila della storia, attendiamo e siamo invitati a rallegrarci perché il Signore è vicino, nello spazio e nel tempo. Per fortuna che c'è il Signore!

Egli è venuto, viene, verrà. Coniugando i verbi in questo modo impariamo a ri-cordare (rimettere nel cuore) il Signore Gesu, nato dalla Vergine Maria, a farne memoria, ad accoglierLo e sempre e di nuovo ad aspettarLo, pur nelle nebbie, nelle fatiche, nei tradimenti, nelle delusioni, nelle sere delle nostre solitudini (diverse costruite da noi stessi) e nel gelo dei multiformi inverni dello spirito e della storia del mondo.

Con l'augurio di un fecondo Anno liturgico, di buon cammino e di buona attesa.

E con una affettuosa benedizione.

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