NewsIl Vaticano ha replicato all'Onu: si tratta di fatti vecchi, mentre si dimenticano le riforme di Ratzinger Il rapporto del Comitato Onu, del quale si è venuto a conoscenza due giorni fa, è abbastanza duro e anacronistico. Non tiene per niente conto di quanto e papa Benedetto e papa Francesco hanno legiferato e fatto a riguardo, con il risultato di cambiare la mentalità nella Chiesa, incontrando personalmente più volte le vittime degli abusi. Senza poi parlare dell’entrata a gamba tesa, del tutto fuori luogo, quando si fanno richieste di modificare le posizioni della Chiesa su aborto, complementarietà uomo-donna e identità di genere, la reazione è stata asciutta e diplomatica.E’ intervenuto direttamente il segretario di Stato monsignor Pietro Parolin specificando che: "Questo rapporto bisogna studiarlo. La Santa Sede si riserva di rispondere dopo aver preso conoscenza e aver approfondito i rilievi fatti. Quindi una risposta ci sarà e sarà una risposta articolata da parte nostra non possiamo che ribadire la nostra volontà di adempiere alle esigenze della commissione e della convenzione. Il fatto che la Santa sede abbia aderito significa la sua volontà di adempiere a tutte le indicazioni della convenzione. … Mi ha sorpreso un po’ il fatto che si sia voluto entrare in temi che interferiscono con la dottrina cattolica soprattutto il tema dell'aborto".Mentre Monsignor Silvano Tomasi, l’osservatore permanente del Vaticano nella sede Onu di Ginevra, ha detto che è un rapporto preparato prima dell’audizione della delegazione vaticana, quando in proposito sono state date da parte della Santa Sede «risposte precise su vari punti».Allora è bene pensare che il Comitato, secondo il diplomatico vaticano mons. Tomasi, «non ha fatto un buon servizio alle Nazioni Unite, cercando di richiedere alla Santa Sede di cambiare il suo insegnamento non negoziabile», ma si è fatto influenzare pesantemente da quelle Ong con «interessi sull’omosessualità, sul matrimonio gay e su altre questioni» per rafforzare la loro linea ideologica.Diciamoci francamente che le assurde richieste del Comitato Onu di rivedere addirittura il Codice canonico sull’aborto e gli insegnamenti sulla contraccezione,non aiutano quanti nella Chiesa lavorano per combattere gli abusi, ma finiscono per dar ragione a coloro che dietro gli organismi internazionali intravvedono il tentativo di imporre un pensiero unico per scardinare ciò che la Chiesa insegna su vita e famiglia.Per questo ha concluso mons. Tomasi, ricordando che Santa sede, tra l'altro, ha aderito alla Convenzione nel 1990 fin dalla sua entrata in vigore, fa notare come Benedetto XVI ha imposto la tolleranza zero, e, proprio perché "La Chiesa cattolica intende diventare un esempio nella lotta contro gli abusi e per la protezione dell'infanzia", di recente Papa Francesco ha creato una commissione ad hoc che studia e propone tutti gli interventi necessari per proteggere e aiutare i minori.12 febbraio 2014Condividi pagina