Segnalazioni
Quarta conferenza in preparazione della Settimana sociale
Giovedì 7 ottobre, ore 18.00, nel salone del Centro polifunzionale di Colle san Giovanni in Trivento, il professore Umberto Berardo terrà la sua quarta conferenza in preparazione della Settimana sociale che dal 14 al 17 ottobre la CEI organizza a Reggio Calabria e alla quale parteciperanno anche rappresentanti qualificati della nostra Diocesi.
DOTTRINA SOCIALE E BENE COMUNE
Benedetto XVI nel suo pontificato cerca di riportare gli uomini a Dio in un tempo in cui la fede nella sua esistenza si va eclissando sempre più, e forse proprio per questo egli subisce puntualmente continui attacchi mediatici e politici a cui ha sempre reagito con grande serenità.
Qui si inserisce una contraddizione, quella che la Dottrina sociale della Chiesa rappresenta per il mondo: essendo uno strumento per portare Dio tra gli uomini, nella sua predicazione e attuazione concreta si incaglia nell’uomo stesso che non accetta più di credere e di onorare Dio.
Senza Dio, l’uomo perde la bussola che guida i suoi passi in questa vita e si lascia andare alla deriva smarrendo il senso del bene e del male e la sua naturale apertura al divino, rallegrandosi con se stesso per la propria libertà liberata che invece non è più neanche libertà.
In questo scenario in cui sempre più si estende il rifiuto di Dio e si cerca di pervertire la legge naturale — in particolare nelle questioni etiche —, il compito fondamentale della Chiesa e dei successori di Pietro è ricondurre gli uomini a Dio.
Tutti i problemi del mondo e dell’uomo non si possono mai risolvere senza il riferimento alla trascendenza. Sant’Agostino scriveva: «Siamo fatti per te e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te».
L’uomo e la società di oggi non vogliono rendersi conto — e la Dottrina sociale lo richiama ogni volta che si fa ad essa riferimento — che per risolvere tanti dei loro problemi come la questione bioetica o quella dell’emergenza climatica e ambientale non bastano la scienza, la tecnica e l’economia, ma urge la collocazione di tutte le questioni all’interno di una visione teologica e di un’adeguata concezione antropologica dell’uomo.
Nulla si risolve veramente e fino alle radici se si elimina Dio dall’orizzonte del mondo.
Questa lontananza da Dio crea il segno di contraddizione tra la Dottrina sociale e il mondo da una parte e all’interno stesso della Chiesa dall’altra. E ad essere in pericolo, più dell’etica, è l’unità del bene su cui sarebbe proficuo spendere positivamente il pluralismo in nome di un accordo comune proprio su ciò che è bene per l’uomo e per il mondo in cui vive. Ma senza un ritorno dell’uomo a Dio nessuna crisi potrà essere veramente risolta, perché mancherà sempre “quel di più” che sono la gratuità e il dono, necessari a ricostruire intorno a noi tutti i perduti orizzonti.
Sintesi di una conferenza di Mons. Crepaldi
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