Commento al Vangelo
Domenica 24 dicembre
Liturgia: 2Sam 7,1-5.8-12.14.16; Sal 88; Rm 16, 25-27; Lc 1, 26-38In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Una donna salutata da Dio. Un saluto portato da un angelo. Una novità assoluta e unica nella storia. Ancor più il contenuto del messaggio: Dio è con te e per questo tu sei traboccante della sua grazia. Una sconfinata novità è il concepimento e il natale di Gesù per tutti gli uomini. Maria non si spaventa al vedere l'angelo, ma resta scossa dalle sue parole, perché ne intuisce il peso. Le riceve con tremore di gioia e si domanda in cuore cosa le dice questo saluto di bellezza. Timore, accoglienza e custodia nella meditazione: il rapporto vivo con la Parola è tragitto fra mente e cuore, prima di farsi gesto di mani e piedi.
È Dio che manda; la storia la guida lui. Con l'annuncio dell'angelo si capiscono tanti avvenimenti biblici passati, perché ora se ne vede il senso e il compimento che finora era come nascosto. Il segno è forte: il destino delle patrie e dei popoli non è consegnato alla forza e al potere, ma nascosto nel grembo di una donna. Questo è il senso dell'essere "piena di grazia" di Maria e il motivo della sua gioia.
Maria non resiste all'annuncio, è consapevole che nessuno ha la misura adeguata per il progetto di Dio. Solo la Pasqua vincerà la paura e quel "non temere, Maria" ne è allusione.
L'annuncio a Maria è parallelo di quello a Zaccaria. Se l'annuncio del figlio al vecchio sacerdote fa da congedo all'antica economia, l'annuncio a Maria la esalta come "la figlia di Sion", sposa del Signore, terra visitata, madre! L'angelo da Zaccaria non aspettò il riscontro; qui invece il tempo è sospeso in attesa del consenso nuziale, il sì della sposa. Solo dopo parte da lei; resta la Parola che prende carne e sangue in Maria. A differenza di Zaccaria, Maria non chiede prove, semplicemente si dispone a fare quanto occorre per la realizzazione del disegno divino.
L'annuncio a Maria è l'icona dell'annuncio evangelico, paradigma di ogni inizio di fede. Se Zaccaria diventa muto, Maria canta. Zaccaria era nel tempio, stava per celebrare il culto ed era stato incapace di credere, Maria non è al tempio, è in un'umile casa di Nazaret, ma con la sua fede offre a Dio il vero culto, quello di una vita obbediente. È la prima dei discepoli. Un detto chassidico racconta che Dio mandò l'angelo Gabriele per donare la vita eterna a chi avesse un po' di tempo per riceverlo; ma l'angelo ritornò a Dio dicendo che gli uomini da lui incontrati avevano tutti un piede o nel passato o nel futuro: "Non si è trovato nessuno che avesse tempo". Solo Maria ha tempo per accogliere prontamente l'invito di Dio. E la Chiesa pone Maria come modello della fede.
Mons Angelo Sceppacerca24 dicembre 2017