Commento al Vangelo29 dicembre - Domenica della Santa FamigliaLiturgia: Sir 3, 2-6.12-14; Sal 127; Col 3, 12-21; Mt 2, 13-15.19-23 Prima LetturaAl tempo di Gesù, il libro di Ben Sira era usato dai maestri per i giovani nei confronti dei genitori, educandoli alla riconoscenza e facendoli attenti ai bisogni degli altri. Tutto questo è onorare il padre e la madre, il primo comandamento, dopo quelli che riguardano Dio. Far onore in modo che i genitori possano sentirsi orgogliosi di loro, assisterli quando si trovano nel bisogno, continuando a dare loro il peso che meritano. Il Siracide è libro antico, ma con parole nuove, quanto mai attuali.L'amore verso i genitori espia i peccati: fa maturare, aiuta a scoprire i veri valori, stacca da ciò che è effimero, allontana dal peccato; fa accumulare tesori davanti a Dio; chi onora i genitori sarà a sua volta onorato dai figli, che imparano con gli occhi più che con le orecchie; la preghiera di chi onora i genitori sarà esaudita perché avvicina a Dio; infine, chi onora i genitori avrà una lunga vita: è la promessa di benedizione per chi si prende cura dei propri genitori.VangeloUn insegnante narrava, alle elementari, la fuga della sacra famiglia in Egitto. Un alunno domanda, innocente: "Perché l'angelo non ha avvisato anche i genitori degli altri bambini di Betlemme?". Certo, il vangelo dell'infanzia è pagina di teologia, non di cronaca. Ma resta il presagio tragico su quel neonato già destinato alla strage.Un racconto in due quadri: la fuga in Egitto e il ritorno nella terra d'Israele. Una storia semplice e commovente, ma tutt'altro che fiaba. Nella Bibbia il "primogenito di Dio" era Israele. Matteo invita a identificarlo con questo "figlio" che sta per rivivere la storia del suo popolo, immerso nella nostra condizione di schiavitù per compiere con noi l'esodo.C'è un parallelo fra Gesù e Mosè. Fin dal monte Nebo c'era attesa del nuovo Mosè. E Matteo mette in parallelo la figura di Mosé con quella di Gesù: il faraone volle affogare tutti i figli degli Ebrei ed Erode fece uccidere tutti i bambini di Betlemme; Mosè fu l'unico che scampò e Gesù l'unico a salvarsi. Mosè fuggì e Gesù fece lo stesso. Mosè tornò in Egitto e Giuseppe "entra in Israele", con il bambino e la madre. È un nuovo esodo. Anche questo riuscirà perché è Dio stesso a schierarsi con il nuovo liberatore.Mons Angelo Sceppacerca29 dicembre 2013