Santissima Trinità | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Santissima Trinità

Liturgia: Pro 8, 22-31; Sal 8; Rm 5, 1-5; Gv 16, 12-15Santissima TrinitàMolte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

Dov’è tutta intera la verità? O, come disse Pilato, cos’è la verità? E’ Dio. Tutta la verità è nella Trinità, Padre e Figlio e Spirito; sapienza incommensurabile per ognuno, inversamente proporzionale alla nostra superbia. Ci vuole lo Spirito per entrare nella verità che è vita e salvezza, sopravvivenza e speranza, gioia di dare e di sentirsi amati. Per questo lo Spirito Santo è il dono più grande del Risorto.

Anche oggi, chi è abitato dallo Spirito ha coraggio e coerenza, vive contro corrente, è lampada sul tavolo, sa stare in croce. Perché non è mai solo, abita in Dio Trinità. Utopia? Non avete mai conosciuto una famiglia o una comunità che prega, che lavora, che perdona, che rimane unita, che soccorre il prossimo, che accoglie chi è in difficoltà, che condivide le gioie e i dolori?

Ci si accosta con umiltà al mistero di Dio non con l’algebra (1=3), ma con l’intuizione amorosa che sa cogliere il volto del Dio che è per noi (allora la famiglia nella quale ognuno vive per l’altro gli assomiglia e si illuminano tutte le relazioni umane).

Un’altra strada per entrare in Dio è l’arte, ma quella piena del soffio dell’anima. Andrej Rublev ha dipinto l’icona più famosa del mondo, la Trinità. Non è raffigurato il Dio uno in tre persone, ma tre angeli, i tre pellegrini che fecero visita ad Abramo, seduti ad uno stesso tavolo. Sono tre, ma una cosa sola, su una pedana che stacca dalla terra e seduti sullo stesso trono. Portano tutti il colore della divinità, l’azzurro, del mantello o della tunica; tengono in mano il bastone del pastore, di chi guida ed è maestro. La mano destra di ognuno si muove per benedire. Sono tre giovani, hanno la stessa età e si somigliano, hanno lo stesso volto. La diversità è nel posto di seduta: uno a sinistra, uno al centro e uno a destra.

Il Padre è l'angelo seduto a destra (la sinistra per noi che guardiamo) Il suo mantello rosa lascia trasparire il blu della tunica. Dietro ha la casa, l'universo creato. E’ eretto rispetto agli altri due più inchinati, reclinati verso di Lui. Al centro è l’angelo immagine del Figlio, con la tunica regale di porpora listata d’oro. Dietro ha un albero, è la croce. Infine l'angelo alla nostra destra, lo Spirito vivificante con il mantello verde, il più inclinato e tenero di tutti: è il lato materno della Trinità poiché nella lingua di Gesù “ruach” è femminile, termine vicino al grembo materno e alla misericordia, alla compassione. Dietro a lui è la montagna, luogo d’incontro con la divinità, dove la terra tocca il cielo. In mezzo, sulla tavola, c’è una coppa con un agnello sgozzato. Il nostro Dio è amore capace fino al sacrificio della vita e che ci viene dato ogni volta nel pane eucaristico: ecco l'agnello di Dio! Il tavolo ha quattro lati, ma loro sono tre. Il quarto è libero, attende noi che guardiamo, è il nostro posto.Mons Angelo Sceppacerca30 maggio 2010
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