Un’altalena vuota | Diocesi di Trivento

Riflessioni

Un’altalena vuota

Un’altalena vuota Presso Ascoli c’è oggi un’altalena vuota, sulla quale, forse, la piccola Vittoria non è mai salita, e che ora dondola nel vento del dubbio e delle falsità. Ecco, anche noi, stiamo salendo sull’altalena dell’estate: con essa si può arrivare più in alto e si può precipitare ancora più in basso.


Nel 2005, impazzava una canzone del gruppo dei Negramaro che, più o meno, diceva così: “In bilico tra santi e falsi dei, sorretto da un’insensata voglia di equilibrio e resto qui sul filo di un rasoio ad asciugar parole che oggi ho steso e mai dirò… non senti che tremo mentre canto è il segno di un’estate che vorrei potesse non finire mai”.

Ora, l'estate è già arrivata e la radio ci propone anche il nuovo singolo di Mirko Renda "Voglia d'estate". L’autore della canzone così dichiara: "Sono un osservatore silenzioso, guardo il mondo e noto che il nostro stile di vita è sempre più veloce, non ti lascia proprio il tempo di vivere con serenità: ho lanciato un messaggio di libertà e un invito all'autoironia perché "sentire il vento lasciandosi cullare" è possibile" ma tu...." chissà cos'hai da fare! ". Il brano, infatti, èdi stile pop-rock, leggero e ironico, con arrangiamenti distesi e ariosi e in fondo invita a cercare una nuova riconciliazione con la vita: "Il traffico e la bolletta non sono tragedie, basterebbe staccare un po' la spina per dare il giusto valore alle cose veramente importanti della nostra vita", così afferma il famoso cantante.

Quale studente non ha mai maliziosamente pensato questo: finalmente la scuola è finita....oh...che felicità, dopo nove mesi di duro studio (!), è ora di prendersi una bella vacanza...ma....questo schifo di tempo, se si decide a cambiare, mi farebbe un grandissimo favore.....era ora che arrivasse anche il caldo....e ci saranno: il mare, le indimenticabili serate a divertirsi con gli amici, le lunghe passeggiate sulla spiaggia....ho un'incredibile voglia d'estate! Estate non finire mai... e, soprattutto, non farmi perdere ogni occasione per evadere!
Di “voglia d’estate” se ne trovano tracce in tutti i programmi estivi, da vent’anni a questa parte: film leggeri, album di cantanti italiani e stranieri, locandine turistiche, gite super organizzate, mega feste, sagre paesane …e chi più ne ha più ne metta.
Ma, poi si sa, saremo costretti tutti a fare i conti con la dura realtà, a fare i conti, a raccontare e cantare che l’estate sta finendo (come dicevano i Righeira), e a riporre nei cassetti invernali la voglia di fuggire nuovamente e di evadere dalla routine che, alla prossima estate, sarà sempre più forte e più infruttuosa.
E se, invece, per quest’estate, cari amici, troviamo anche noi il tempo e il modo per restare impegnati?
Vi raggiungano, in prossimità delle vacanze, gli auguri per poter ritrovare uno spazio di gioia e di speranza anche nella fede del Signore Risorto.
Ma come?
Continuando la nostra vita quotidiana nel ritmo che conoscete molto bene, una vita fatta di piccole cose, di fraternità, di preghiera, di lavoro e resa interessante anche dalla presenza di tanti amici, di alcuni emigratie di qualche turista che vengono a trascorrere qualche giorno con noi. Questi desiderano vivere serenamente le loro vacanze con un inserimento piacevole nel tessuto sociale della nostra terra.
Si spera che alcune famiglie scelgano di vivere l’estate condividendo spazi di fraternità, di collaborazione e di ricerca di modi alternativi di pensarsi famiglia che ha a che fare anche con un territorio più ampio, attente anche a sanare situazioni di difficoltà e di emarginazione, con un vero clima di amicizia perché ogni estiva frequentazione si trasformi davvero in una preziosa risorsa e nell’occasione opportuna per aiutarci a capire che “se si accetta di giocarci nella relazione e nel dono” qualcosa di concreto si può costruire e si può fare.
Viviamo il tempo delle vacanze estive, pastoralmente, come tempo di benedizione per le famiglie, che si avvicinano, si frequentano e si impegnano a creare, con questa occasione, anche motivo di ascolto e di condivisione con tutte quelle realtà di vita che caratterizzano proprio, nella gioia e nel dolore, le nostre famiglie.

Come nei campi c’è, ogni anno, il tempo della potatura e della preparazione dei terreni in vista della bella stagione, anche qui, nella nostra comunità, il lavoro non manca. E’ faticoso ma ci permetterà di sentirci vicini alla responsabilità di ogni uomo che lavora e cerca di trasformare il lavoro in gesto di attenzione alla natura e spazio di comunione e di dono.don Mimì FazioliTrivento (CB), 24 giugno 2011

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