Il convegno per catechisiti a Lanciano | Diocesi di Trivento

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Il convegno per catechisiti a Lanciano

Il convegno per catechisiti a Lanciano

Sabato 13 Aprile i catechisti delle undici Diocesi di Abruzzo e Molise si sono ritrovati a Lanciano, dietro convocazione dell'Ufficio catechistico Regionale, per vivere una giornata di ascolto, riflessione e confronto sul tema: "il Catechista, testimone e comunicatore della bellezza del Vangelo".

Il Vescovo locale Mons. Emidio Cipollone ha accolto gli intervenuti nella splendida chiesa di santa Maria Maggiore, appena restaurata e riaperta al culto; mentre Mons. Claudio Palumbo, Vescovo delegato CEAM per la Dottrina della Fede, annuncio e catechesi, ha dato avvio ai lavori portando il suo saluto e quello degli altri Vescovi. Don Alberto Zanetti, direttore UCD di Trento e collaboratore di studio dell'UCN, ha sviluppato il tema: "Il Catechista maestro di bottega, essere testimoni della Fede oggi".

Una foto del convegno per catechisiti a Lanciano

Ribadendo che oggi cristiani non si nasce più perché posti in un continuo e progressivo contesto laicizzato, davanti alla forte tentazione di abbandonare il campo, occorre raccogliere una sfida prendendo le mosse proprio da questo contesto e sapersi staccare dalla pastorale di "conservazione" quanto a metodi, forme e contenuti. Ai catechisti è chiesto prima di tutto di avere chiara la ragione della propria Fede e di improntare tutta la catechesi sul Kerygma, così come richiesto da Papa Francesco particolarmente ai catechisti convenuti a Roma in occasione del 60esimo anniversario di fondazione dell'UCN e avvalorato dall'Esortazione Evangelii Gaudium ai nn 164-165.

Una foto del convegno per catechisiti a Lanciano

Nell'epoca post-COVID si vanno inquadrando i tratti attuali del catechista, che non deve più assumere le fattezze di un buon maestro e dispensare il suo sapere dentro un'aula di catechismo alla maniera scolastica.
Il catechista è chiamato invece ad essere un maestro di bottega che sappia dosare accuratamente le parole, descrivere l'utilità dei propri attrezzi di lavoro, che sappia affidare i suoi strumenti all'apprendista ed insegnare ad usarli, accompagnandolo e stabilendo il passo da compiere in base alle abilità man mano acquisite, che sappia segnalare le sbavature, incoraggiare ad avere pazienza, ad alimentare fiducia, valorizzare la creatività e l'intuizione, attendere infine una restituzione: una personalizzazione dell'opera. Insomma uno che parli più con i fatti che con le parole.

La seconda relazione tenuta dalla Dott.ssa Alessandra Augelli, pedagogista, si è riferita alla missione educativa, precisamente alle questioni dei metodi educativi dei ragazzi e dei catechisti.

Si tratta prima di tutto di persone che ricevono un annuncio. "Gli uomini si lasciano convincere da quello che scoprono da sé più da quello che a lui trasmettono gli altri" (B.Pascal). Per i catechisti questa espressione significa che la trasmissione della Fede passa per una riappropriazione personale, cui loro stessi ne sono essenziali mediatori. Nel tempo dell'incertezza non si deve evitare l'arte di trasmettere, trasferire, portare ad altri ciò che in prima persona si è scoperto e trovato, perché Dio chiede all'uomo di donare il suo poco per poterlo moltiplicare. Il catechista, dunque, porta ciò che ha compreso e il significato che ha fatto suo.

Una foto del convegno per catechisiti a Lanciano

Occorre riconciliarsi anzitutto sulla propria inadeguatezza, sul proprio senso di precarietà. Il catechista però ha il dovere di studiare, di prepararsi e di pregare, ma non basta. Deve anche attivare le proprie emozioni, i sensi e quanto esiste nella propria dimensione affettiva.

Un'esperienza sarà davvero formativa se unisce l'azione con la riflessività. Infatti se non si elabora ciò che viene detto e fatto, la si rende sterile.

La riflessività ha tre luoghi: prima, durante e dopo l'azione. Bisogna capire le esperienze pregresse dei ragazzi: come questi arrivano, quale cornice portano in sé e anche lo stesso catechista deve interrogarsi su di sé, su quale tipo giornata ad esempio abbia vissuto e quale umore abbia; durante l'incontro occorre chiedersi come lo si stia vivendo, e poi cercare di verificare infine come sia andata. Il processo conoscitivo, poi, scatta se il catechista sa immergersi nella scoperta nuova, come se fosse nuovo a tutto quello che annuncia, se non lascia intuire agli altri che sta ripetendo una verità che già conosce e crede di possedere, ma che invece lasci scoprire questa verità agli altri, con domande e curiosità suscitate. La proposta educativa deve inglobare anche i cinque sensi, la cui atrofia spesso genera disinteresse e rende morta la comunicazione. Utile l'adoperare anche i canali della musica, della poesia, dell'arte figurativa e della natura.

Una foto del convegno per catechisiti a Lanciano

Bisogna diventare adulti provocatori di domande per i ragazzi, con domande aperte; ma pure cercare di essere confidenti e incoraggiatori, persone di cui i ragazzi sentano di potersi fidare, che sappiano affrontare insieme i grandi temi delle fragilità, della malattia e della morte, di cui si è titolati per parlare in nome di Cristo e del Vangelo. Dopo la pausa pranzo i lavori sono proseguiti nel pomeriggio con i tavoli sinodali entro i quali ognuno ha potuto esprimere il proprio pensiero.

Una foto del convegno per catechisiti a Lanciano

Al termine, dentro la stessa chiesa di santa Maria Maggiore, prima della preghiera finale, è stato annunciato il secondo appuntamento del Convegno Catechistico Regionale il prossimo 5 Ottobre 2024 ad Atri, partendo dalla splendida cornice gotica della Cattedrale di santa Maria Assunta, per un secondo momento incentrato sulla mediazione dell'arte figurativa nella trasmissione della Fede.

Sac Paolo DEL PAPA - Direttore UCDLanciano, 25 maggio 2024

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