RiflessioniSi sono spente ormai le luci sul sipario dei comizi elettorali Si sono spente ormai le luci sul sipario dei comizi elettorali, ma non è purtroppo estinto il clamore coronato di proclami fantasiosi e quest'oggi inizia l'ultimo frammento di un’attesa che sa tanto di farsa, se non di dolorosa tragedia.Durante i comizi finali si sono sferrati gli ultimi assalti, sono state sparate le residue cartucce spesso bagnate ed inefficaci e siamo andati al vototra le paure del centrodestra e le divisioni del centrosinistra. Probabilmente nessuno degli illustricandidati avrà il coraggio di ripercorrere i solchi dissodati per arare la terra della speranzae dove hanno seminato promesse e progetti, ma non vi hanno seminato con l’anima e il cuore, e nessuno potrà mai raccogliere i frutti della verità.Confrontando il palinsesto delle menzogne conclamate con i bisogni disattesi della gente comune, ritrovo che le tracce dei SETTE PECCATI SOCIALI svelati e avversati da Gandhi (1925) sono più che mai ancora oggi visibili ed attuali nella nostra società: Ricchezza senza lavoro, Commercio senza moralità, Scienza senza umanità, Culto senza sacrifici, Piacere senza conoscenza, Conoscenza senza carattere, Politica senza principiOra a conti fatti, alcuni, pochi per la verità, stanno per conquistare una comoda poltrona, mentre ad altri non resta che portare ogni giorno da soli la propria croce: è una croce che ti aspetta al mattino ai piedi del risveglio e ti accompagna fino a sera quando ti infili nel letto dei sogni mai realizzati. E’ una croce che è fatta del legno della barca insicura che diviene tomba nel mare infido, cercando libertà; è una croce che è coperta di polvere da sparo che in un attimo fa scempio delle sue carni; è una croce che è fatta di violenze e di stupri che d'un sentimento puro si avvolge nel silenzio del pudore e della paura.Durante la propaganda elettorale in tanti hanno profumato ad arte i sentieri delle nostre speranze con progetti accattivanti, ma poi ci siamo accorti di aver ascoltato solo belle e semplici favole. Ci restano le lacrime nude e sguarnite dell'aurora, con i tanti granelli di pietà e di disperazione che sono cosparsi abbondanti sul sentiero della giornata e non certo possono addolcire il passo cadenzato del lavoro quotidiano.Musica di arpa scordata e stridula è stata la melodia di questa ultima campagna elettorale. Ci resta la tristezza di una occasione di primaverile entusiasmo che presto è sfiorito per l’incapacità di tradurre in certezze le chimere della politica del buon fare e gli appelli disordinati trasformatisi in demolitori e ruvidi tentativi di usurpazione. E sono questi che causano profondo dolore e immensa delusione a chi ancora crede nell’alto valore della politica e cerca un’opportunità per uscire fuori dal coro delle menzogne e delle illusioni.Ho riletto anche alcuni autorevoli proclami per cercarvi qualcosa di interessante e propositivo. Ma ora che i bagliori fatui delle promesse si sono spenti e i fiori delle speranze sono appassiti, l'anima delusa, curvata al capezzale della speranza agonizzante, piange “sui volantini e i santini” sparsi e abbandonati, quasi nascosti nell'angolo remoto del non senso.Come i verdi rami, in questo maggio odoroso, si elevano verso l’alto carichi di gemme mature, anche a noi non resta altro che alzare verso il cielo le braccia, come rami in preghiera, nell’attesa e nella speranza di un domani diverso, a beneficio di un popolo non più in lutto e tradito.don Mimì FazioliTrivento (CB), 16 maggio 2011Condividi pagina