Saluto di benvenuto in Cattedrale | Diocesi di Trivento

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Saluto di benvenuto in Cattedrale

Una foto del Vescovo di Trivento S.E. Claudio Palumbo

Eccellenza, desidero rivolgerLe un cordiale benvenuto in questa nostra Comunità diocesana, porzione del gregge a Voi affidato dalla divina Provvidenza e dalla benevolenza di Papa Francesco.

Confesso che lunedì 5 giugno scorso è stata una giornata memorabile, uno di quei giorni, come dicevano gli autori latini, ‘dies albo signanda lapillo’. Si è trattato di una giornata indimenticabile, di un avvenimento felice e straordinario, tanto che mi sgorgarono spontanee dal cuore le parole del salmo: “Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo nome; non dimenticherò tutti i suoi benefici, benedici il Signore, anima mia...”. Svaniva finalmente un brutto incubo di smembramento e soppressione, si allontanavano i cupi fantasmi dell’incertezza e delle illazioni, è stato veramente l’inizio di una nuova alba radiosa...

Desidero, ora, pur sentendoci un po’ orfani del Vescovo Domenico, farmi interprete dei sentimenti di cordiale accoglienza di tutti i presenti, in particolare dei sacerdoti e dei diaconi, delle religiose e dei religiosi, dei seminaristi e di tutti i nostri fedeli laici, ivi compresi i Sindaci e le altre autorità Civili e Militari, i membri delle varie associazioni, ai quali va il ringraziamento e il saluto cordiale per la loro partecipazione a questo nostro evento straordinario. Sono uniti a noi anche i due Vescovi emeriti Antonio Santucci e Domenico Angelo Scotti.

Grazie, Eccellenza, per questa Sua venuta tra noi, siamo desiderosi di conoscerLa, di ascoltarLa e di accogliere la Sua parola di Padre e Maestro. Lei viene, come successore degli Apostoli, per confermarci nella fede, proprio come affermò il Santo Padre nel discorso in occasione dell'Udienza ad un gruppo di Vescovi amici del Movimento dei Focolari, il 04 marzo del 2015 “Il Vescovo è principio di unità nella Chiesa, ma questo non avviene senza l’Eucaristia: il Vescovo non raduna il popolo intorno alla propria persona, o alle proprie idee, ma intorno a Cristo presente nella sua Parola e nel Sacramento del suo Corpo e Sangue”.

Già il giorno 8 settembre, al termine della commovente celebrazione della Sua consacrazione episcopale, abbiamo fin da subito capito cosa ci piace di più di Lei... La Sua dolcezza...la Sua ironia...il modo in cui Lei si è posto con noi...la Sua serietà...insieme al Suo modo di giocare...di prendersi in giro, il modo in cui ci ha fatto sorridere ed emozionare...il modo in cui Lei ha dimostrato di conoscerci abbastanza... e soprattutto l'amore che ha nel cuore... sia la sua capacità di donarcene... sia il bisogno di riceverne... e subito ci siamo amalgamati insieme.... raggiungendo una gioiosa complicità, che spero diventi sempre più profonda, per farci vivere momenti concreti di vera spiritualità ed anche per superare agilmente gli inevitabili ostacoli che troveremo sul nostro cammino...

L’incontro di oggi ci aiuta a riscoprire la gioia di Credere, a ritrovare ancora forza ed entusiasmo nel comunicare la Fede, ad essere sempre più illuminati dalla grazia dello Spirito Santo che scende su questi fratelli e su questo popolo che si è radunato per fare festa e comunione piena con Lei.

Papa Francesco in un discorso pronunciato durante l'Angelus in Piazza San Pietro, il 02 febbraio 2014, ha affermato: “Le persone consacrate sono segno di Dio nei diversi ambienti di vita, sono lievito per la crescita di una società più giusta e fraterna, sono profezia di condivisione con i piccoli e i poveri”. Lei certamente sarà in grado di infondere fiducia, puntare molto all’impegno educativo delle nuove generazioni per recuperare una nuova identità culturale libera dal peso lasciato da una azione deleteria che, di recente, sta causando danni inauditi alla nostra comunità, soffocandone il vero sviluppo non solo morale, ma anche sociale, politico ed economico. Si parla oggi di una nuova eresia chiamata confusianesimo, sì dico bene confusianesimo. A questa sfida sociale difficile da fronteggiare si unisce la crisi economica, che colpisce tante famiglie che chiedono continuamente aiuto alle istituzioni locali e anche alle parrocchie, perché impossibilitate a fronteggiare questa situazione di emergenza soprattutto per la mancanza di lavoro. La crisi morale e il fenomeno delle varie devianze sono anche esse conseguenza della forte insicurezza nella quale oggi vive la famiglia, vittima purtroppo dell’individualismo esasperato, che ha cambiato il volto della famiglia e della società. A ciò si aggiunge anche la preoccupante situazione dei giovani che, terminati gli studi, non trovano lavoro e spesso si sentono lasciati soli e nutrono una palese sfiducia nei confronti di ogni istituzione.

Cosa Lei trova in mezzo a noi?

Qui ci sono i frutti che la grazia di Dio e lo zelo dei buoni pastori, che hanno guidato questa chiesa particolare che è in Trivento, vi hanno profuso; c’è l’amore che Dio ha riversato in tantissimi uomini e donne, il desiderio di santità che oggi è visibile in coloro che costruiscono il regno di Dio qui a Trivento, attraverso la costante preghiera, l’offerta quotidiana della vita, con un amore alla Chiesa che si esprime nella generosità e nello sforzo costante nel testimoniare la propria fede con l’impegno personale nel servire la comunità. Questi fratelli sono il vero volto della nostra chiesa locale, attraverso di essi risplende la presenza di quel Cristo che continua a chiamarci ad una via nuova, la via dell’amore e che ci invita a lasciarci guidare dalla sua Parola. E’ bello sentirci figli amati e perdonati da Dio Padre, amici di Cristo nella Verità, innamorati del messaggio sempre attuale del Vangelo. Ogni qual volta ricordiamo la nostra storia illustre, facciamo insieme memoria della tradizione religiosa, storica e culturale di questa comunità triventina la quale è chiamata continuamente a crescere e a recuperare quei valori che l’hanno contraddistinta lungo i secoli: la fede, la famiglia, la solidarietà, la laboriosità.

In mezzo a noi trova, Eccellenza, tante persone anziane: sono esse i veri partigiani del ‘Molise che esiste e che resiste’ contro una società liquida e globalizzante, sono i veri custodi pazienti e fedeli delle più nobili tradizioni religiose, autentici scrigni preziosi di quei valori morali che hanno alimentato la fede secolare delle nostre comunità e proprio ad essi si deve, senza alcuna piaggeria, profondo rispetto e solidale gratitudine.

Eccellenza, sempre il Papa, durante l'Udienza ai Vescovi partecipanti al Seminario organizzato dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il 20 settembre 2014 così si è espresso: “La Chiesa ha bisogno di Pastori, cioè servitori, di Vescovi che sappiano mettersi in ginocchio davanti agli altri per lavare loro i piedi. Pastori vicini alla gente, padri e fratelli miti, pazienti e misericordiosi; che amano la povertà, sia come libertà per il Signore sia come semplicità e austerità di vita”. Sembra proprio questa la foto della sua carta d’identità e della sua scheda personale.

Perciò sono convinto: che il sommo Pontefice L’ha inviata in mezzo a noi perché Lei ci potrà e saprà aiutare a non sprecare le energie e il tempo in chiacchiere sterili o dannose, per essere veramente operosi e vigilanti, nella comunione dei cuori; Perciò sono convinto che Lei aiuterà tutti i membri che formano la comunità della nostra Diocesi affinché ognuno sappia spendere la sua vita nel servizio e nella collaborazione, come “servo buono e fedele” che collabora alla costruzione del Regno; Perciò sono convinto che Lei soprattutto aiuterà noi sacerdoti a non sentirci soli affinché possiamo adempiere meglio, con fedeltà ed entusiasmo, alla nostra difficile missione di guida e di pastori.

Così tutti insieme continueremo il nostro cammino di fede e di solidarietà, in un sentiero sempre più luminoso, ricco di speranza, perché il nostro unico desiderio sia il desiderio di Cristo: che tutti possano conoscere Lui, il Figlio che il Padre ha mandato per la nostra salvezza.

Grazie ancora, Eccellenza, per aver accettato la nomina di pastore della nostra chiesa di Trivento e il ringraziamento lo estendiamo anche alla sorella Chiesa di Isernia-Venafro, che nella sua persona ci ha donato uno dei suoi figli migliori, spiritualmente e intellettualmente tra i più eminenti.

Ripeto anche oggi, con più forza ed altrettanta fede: “Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo nome”, perché ‘la nostra bocca si apre al sorriso, la nostra lingua si scioglie in canti di gioia, infatti ‘Il Signore ha fatto grandi cose per noi... e perciò a Lui tutti insieme acclamiamo con canti di gioia!’, uniti a questo meraviglioso coro interparrocchiale.

A Lei, Eccellenza Reverendissima, noi tutti, assicuriamo filiale obbedienza e il ricordo nella nostra preghiera, confermando la massima disponibilità e la più sincera collaborazione.
Maria, la Madre dei consacrati, proprio Lei che ci è propizia e ci soccorre, benedica, vigili e protegga il ministero episcopale che oggi Lei inizia felicemente tra noi.

Ufficio comunicazioni socialiTrivento, 26 settembre 2017

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