Le parole del Santo Padre alla recita dell'Angelus | Diocesi di Trivento

La voce del Papa

Le parole del Santo Padre alla recita dell'Angelus

Le parole del Santo Padre alla recita dell'Angelus Alle ore 12 di Domenica 4 Agosto il Santo Padre Benedetto XVI recita l'Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. Queste le parole del Papa nell'introdurre la preghiera mariana:

PRIMA DELL'ANGELUS
Cari fratelli e sorelle! Le Letture bibliche della Messa di questa domenica convergono sul tema della carità fraterna nella comunità dei credenti, che ha la sua sorgente nella comunione della Trinità. L'apostolo Paolo afferma che tutta la Legge di Dio trova la sua pienezza nell'amore, così che, nei nostri rapporti con gli altri, i dieci comandamenti e ogni altro precetto si riassumono in questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso" (cfr Rm 13,8-10). Il testo del Vangelo, tratto dal capitolo 18° di Matteo, dedicato alla vita della comunità cristiana, ci dice che l'amore fraterno comporta anche un senso di responsabilità reciproca, per cui, se il mio fratello commette una colpa contro di me, io devo...
... usare carità verso di lui e, prima di tutto, parlargli personalmente, facendogli presente che ciò che ha detto o fatto non è buono. Questo modo di agire si chiama correzione fraterna: essa non è una reazione all'offesa subita, ma è mossa dall'amore per il fratello. Commenta Sant'Agostino: "Colui che ti ha offeso, offendendoti, ha inferto a se stesso una grave ferita, e tu non ti curi della ferita di un tuo fratello?... Tu devi dimenticare l'offesa che hai ricevuto, non la ferita di un tuo fratello" (Discorsi 82, 7).

E se il fratello non mi ascolta? Gesù nel Vangelo odierno indica una gradualità: prima tornare a parlargli con altre due o tre persone, per aiutarlo meglio a rendersi conto di quello che ha fatto; se, malgrado questo, egli respinge ancora l'osservazione, bisogna dirlo alla comunità; e se non ascolta neppure la comunità, occorre fargli percepire il distacco che lui stesso ha provocato, separandosi dalla comunione della Chiesa. Tutto questo indica che c'è una corresponsabilità nel cammino della vita cristiana: ciascuno, consapevole dei propri limiti e difetti, è chiamato ad accogliere la correzione fraterna e ad aiutare gli altri con questo particolare servizio.

Un altro frutto della carità nella comunità è la preghiera concorde. Dice Gesù: "Se due di voi sulla terra si metteranno d'accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro" (Mt 18,19-20). La preghiera personale è certamente importante, anzi, indispensabile, ma il Signore assicura la sua presenza alla comunità che – pur se molto piccola – è unita e unanime, perché essa riflette la realtà stessa di Dio Uno e Trino, perfetta comunione d'amore. Dice Origene che "dobbiamo esercitarci in questa sinfonia" (Commento al Vangelo di Matteo 14, 1), cioè in questa concordia all'interno della comunità cristiana. Dobbiamo esercitarci sia nella correzione fraterna, che richiede molta umiltà e semplicità di cuore, sia nella preghiera, perché salga a Dio da una comunità veramente unita in Cristo. Domandiamo tutto questo per intercessione di Maria Santissima, Madre della Chiesa, e di San Gregorio Magno, Papa e Dottore, che ieri abbiamo ricordato nella liturgia.

DOPO L'ANGELUS
Oggi, ad Ancona, si apre il XXV Congresso Eucaristico Nazionale, con laSanta Messa presieduta dal mio Legato il Cardinale Giovanni Battista Re. Domenica prossima, a Dio piacendo, avrò la gioia di recarmi ad Ancora per la giornata culminante del Congresso. Fin da ora rivolgo il mio saluto cordiale e la mia benedizione a quanti parteciperanno a questo evento di grazia, che nel santissimo Sacramento dell'Eucaristia adora e loda Cristo, sorgente di vita e di speranza per ogni uomo e per il mondo intero.
Espressioni di saluto rivolgo ai polacchi, e in modo particolare ai bambini e ai giovani che iniziano un nuovo anno scolastico e catechistico. Quest'anno sia per tutti voi un tempo per crescere "in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini" (Lc 2, 51). Invoco la luce e la forza dello Spirito Santo per gli educatori, affinché il loro impegno porti abbondanti frutti nei giovani cuori. Dio vi benedica!

Rivolgo infine un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare al folto gruppo delle ACLI – Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani –, al termine dell'Incontro di studio sul tema del lavoro, a 30 anni dall'Enciclica Laborem exercens del Beato Giovanni Paolo II. Ho apprezzato, cari amici, la vostra attenzione a questo Documento, che rimane come una delle pietre miliari della dottrina sociale della Chiesa. Saluto il gruppo dei nuovi Seminaristi del Pontificio Collegio Internazionale Maria Mater Ecclesiae, l'Associazione Collegium Liberianum, che opera nella Basilica di Santa Maria Maggiore al servizio delle celebrazioni liturgiche, come pure i fedeli provenienti da Abbazia, in Diocesi di Bergamo. A tutti auguro una buona domenica.www.vatican.itCastel Gandolfo (RM), 5 settembre 2011

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