Siamo nei paesi dei balocchi? | Diocesi di Trivento

Riflessioni

Siamo nei paesi dei balocchi?

Siamo nei paesi dei balocchi?Se nel Molise la presenza turistica in questa estate che sta chiudendosi è fortemente diminuita rispetto agli altri anni ci devono essere pure delle ragioni; a parte le lamentele degli operatori turistici e dei commercianti, però, pochissimi sembrano occuparsene seriamente.
Intanto la ristorazione e l’offerta alberghiera lasciano molto a desiderare ed hanno prezzi in taluni casi proibitivi.
L’offerta culturale è ridotta al lumicino, non solo perché tutti gli enti locali si sono defilati per carenza di fondi, ma anche perché nella nostra regione, a parte le dovute eccezioni, sono pochissimi i gruppi organizzati capaci di creatività ed inventiva in tale settore.
La Regione Molise ha ridotto a tre gli spettacoli lirici estivi e chi vi ha assistito ha potuto notare parecchie crepe nell’organizzazione; ha poi patrocinato qui e là qualche spettacolo teatrale e per il resto nulla di davvero rilevante.

La sedicente Fondazione Cultura, voluta dal presidente della giunta regionale e presentata pomposamente all’opinione pubblica come l’elemento propulsore innovativo sul piano della ricerca culturale e della rivalutazione delle tradizioni del Molise, si è rivelata sin qui il flop che molti avevano preannunciato, valutando la stessa come l’ennesimo carrozzone inventato per motivi clientelari.
Dobbiamo ad alcuni comitati locali le iniziative più interessanti quali ad esempio la festa del grano a Jelsi, Frammenti d’antico a Bagnoli del Trigno, il festival della zampogna a Scapoli, la rassegna di poesia a Frosolone e potremmo andare avanti.

In tali casi si lavora sul piano della ricerca antropologica, nella rivalutazione attenta delle tradizioni e nella stimolazione della creatività artistica.
Per il resto sul piano dell’offerta culturale e turistica è il nulla, condito da tanto trash scimmiottato magari dalle emittenti televisive, i cui personaggi spesso insignificanti affollano le piazze delle nostre comunità locali in spettacoli musicali o di cabaret di quart’ordine e per di più di una volgarità insostenibile e diseducante, soprattutto per giovani e bambini presenti come spettatori.
Chi non ha più immaginazione e capacità di proposte serie si rifugia banalmente nelle sagre, nelle cosiddette notti bianche, nei balli in piazza o nell’improvvisazione di manifestazioni e spettacoli che scadono nel ridicolo.

Spiace sottolinearlo, ma perfino talune espressioni religiose si riducono a parate, buone anche per mettere in mostra tanti atei devoti, ma che nulla hanno più a che fare con la fede.
Tutti ricorderete il “paese dei balocchi” nel Pinocchio di Collodi.
Era il luogo dell’evasione mordi e fuggi, uno spazio apparentemente divertente e che invece era carico di alienazione e di brusco allontanamento dalla realtà dell’impegno nella vita di ogni giorno.
È proprio così che appaiono i nostri paesi nel corso dell’estate, terminata la quale tornano a vivere in moltissimi casi come vere e proprie riserve di anziani, dove non esiste più attività culturale o economica che si rispetti e nei quali ormai perfino servizi fondamentali come quelli sanitari o educativi stanno sparendo.

Qualcuno in estate prova a sollevare tali questioni?
C’è chi lo ha fatto per il problema acqua, per quello della sanità o dei servizi scolastici, ma anche per il tema energetico.
Non si tratta né di partiti, né tanto meno delle istituzioni pubbliche, ma di gruppi organizzati della società civile che provano a riprendersi in mano decisioni su cui parlamentari ed amministratori locali latitano.
Questo esempio va seguito dai Molisani più responsabilizzati perché le nostre comunità possano tornare a vivere invece che diventare solo i paesi dei balocchi, buoni solo per distogliere l’attenzione dai reali problemi della collettività.

Sarebbero una trappola nella quale non possiamo permetterci il lusso di cadere! di Umberto Berardo7 settembre 2010

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