Affinché i simboli non perdano l’efficacia del loro originario significato! | Diocesi di Trivento

Riflessioni

Affinché i simboli non perdano l’efficacia del loro originario significato!

Affinché i simboli non perdano l’efficacia del loro originario significato!Cercando di spiegare ai ragazzini del catechismo, mentre parlavo della Quaresima, il gesto del Vescovo che, in Cattedrale, la sera del Mercoledì delle Ceneri, aveva imposto le sacre ceneri sul capo dei fedeli, il commento immediato e sbarazzino di una vispa bambina è stato un lapidario: che schifo!

Con grandissima fatica ho cercato di farle capire che la cenere, come residuo spregevole e polveroso di una combustione, fosse anche di un legno il più prezioso, non è solo una inutile polvere, molto fine, di colore grigio e sta ad indicare che anche le cose più belle di questa vita terrena finiranno. Essa, in tempi non molto remoti, in tutte le nostre case, era usata sia come ottimo fertilizzante per le piante di ogni specie, per la sua altissima quantità di potassio, sia per produrre detersivo per stoviglie e lenzuola, dando luogo a quel prodotto denominato liscivia, tanto caro alle nostre brave nonne, ma anche si spargeva sulle strade ghiacciate per impedire di scivolare e cadere. Oggi, invece, si usano a profusione concimi chimici, detersivi e sale, i quali non solo sono più costosi, ma producono tanti danni irreparabili per l’ambiente.

Allora ho invitato i piccoli a ricercare in soffitta e a munirsi, per questa Quaresima, di due attrezzi altrettanto desueti: una vecchia bilancia e un grembiule da cucina. La prima perché è tanto difficile per noi saper soppesare tutto quello che il Signore ogni giorno ci dona e saper controbilanciare con quel tanto poco che noi cerchiamo di rendergli in cambio. Il secondo per ricordarci del servizio da rendere ai fratelli, proprio come Gesù ci ha insegnato, nell’ultima cena, ed anche per fare memoria di un abito bianco, del quale parla il vangelo, (Nessuno cuce su un vestito vecchio un pez­zo di stoffa nuova, Mt. 2, 21) e al quale non vanno messe continuamente toppe nuove, ma deve essere rinnovato in modo radicale, adeguatamente alle esigenze dei poveri e dei bisognosi.

La bilancia la posso usare per non attestarmi sulle posizioni dell’avere, ma per scoprire la bellezza del donare. Infatti, nel momento in cui mi sveglio al mattino, posso decidere che tipo di giornata sarà per me, potrebbe essere la giornata più splendida e meravigliosa che si possa immaginare.

Sono libero di scegliere: condurla sul deserto dell’egoismo o cominciare col ringraziare Dio e i fratelli, allo scopo di aprire il mio cuore, mostrandomi sempre riconoscente e grato, completamente aperto a tutti agli stupendi eventi che questa giornata porterà con sé. Mettendo in secondo ordine le solite pretese che mi costringono a chiedere, ad esigere e a reclamare tutto dagli altri. Così mi propongo di privilegiare l’Amore, la lode e la gratitudine, sentimenti decisivi e virtù importanti che spalancano le porte della vita e permettono alla luce di fluire e rivelare ciò che di meglio vi è in questa umana esistenza.

Il grembiule lo adopero per …

No, è preferibile leggere prima questo aneddoto di L. Lanza, paradigma della nostra scarsa capacità di rinnovare il valore e il senso della nostra testimonianza cristiana… in un mondo che cambia vertiginosamente.

Una donna aveva addosso un grembiule, che toppe ce n'erano una su l'altra, da non contarsi più, e a cento colori, sicché era divenuto del doppio più spesso, da sembrare la gualdrappa dell'asino.
Il marito, che glielo vedeva addosso dal dì delle nozze, non pote­va vederglielo più in mano per rattopparselo, che non le bastavano mai pezze e le si sfaldava da ogni parte. Come venne la fiera in paese, gliene comprò uno nuovo. Quella al vederlo non sapeva quanto lodarlo, ch'era tutto a fiori colorati; e intanto diceva: ‑ Che belle toppe si possono tagliare di qua per il mio grembiule sciupato, e così posso mettermelo anche per il dì della festa.

E, dato dì mano alle forbici, si mise a tagliare di là le toppe per quello vecchio. A lavoro finito, lo mostrò tutta contenta al marito: - Guardate, marito mio, com'è rappezzato bene il mio grem­biule, che pare nuovo, nuovo!

Buona Quaresima a tutti: con in testa un pizzico di cenere per rivalutare gli ideali dello spirito, in mano la bilancia del generoso e doveroso ringraziamento a Dio e ai fianchi il grembiule dell’amore fraterno.

Don Mimì Fazioli

di don Mimì FazioliTrivento (CB), 10 marzo 2009

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