Riflessioni
Il capolavoro immortale di San Francesco
Come si potrebbe distaccare San Francesco dal suo capolavoro letterario “Altissimu, onnipotente bon Signore, Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione. Ad Te solo, Altissimo, se konfano, et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature…”.Anche se il Cantico delle Creature, circa otto secoli fa, fu composto da Francesco durante la sua permanenza presso il Convento “La Foresta”, a pochi chilometri da Rieti, esso resta pur sempre un testo vigoroso ed intenso, un inno alla vita e alla natura, oltre che un’altissima, incomparabile preghiera al Signore Dio. Brilla ancora oggi per la semplicità e la purezza del sentimento che è esaltato dall’uso di una sintassi altrettanto semplice, in cui ha grande rilievo l’uso sapiente di numerosi aggettivi rafforzativi.
L’abbiamo ricantato in tutte le occasioni, nelle varie trasposizioni musicali: quella semplice e popolare, quella più sofisticata di “Forza, venite gente”, quella melodica ed espressiva di don Giosy Cento e tante, tante altre. Ma non siamo, forse, ancora riusciti a coglierne il profondo senso, quello dello stupore e del mistero, al quale Francesco ci vuole introdurre!
Giotto ha immortalato l’immagine di Francesco nei suoi affreschi stupendi, Francesco ha eternato la sua fede con quelle sue dolci parole, semplici ed indimenticabili.
Saper vedere e godere di tutte le giornate donateci dal Signore, tutte positive per ognuno di noi, evitando di intristirci per un nonnulla, affrontando i nostri problemi quotidiani, ritrovando i sogni mai completati, mai realizzati. I sogni da avverare, i sogni rimasti in standby... che sono e rimarranno pur sempre la nostra speranza.
Quanti riferimenti ai salmi: Mio Dio, quando io non ero ancora nato, Tu già pensavi a me. Quando sono nato, Tu mi circondasti di mille affettuose cure: io neppure ti pensavo, e Tu mi hai preparato tutta una vita. E se ti ho voltato le spalle, Tu mi sei corso dietro. E se qualche volta ti ho offeso, Tu non hai mai cessato di amarmi… Laudato sii, mi Signore…
Quando alla sera la malinconia mi prende, allora questo cantico mi suggerisce: attraversa la porta della tristezza e vedi lo splendore della tua vita? C'è il sole, ci sono le stelle, c’è il mare, c'è la vita....Attraversa questa porta e sorridi, fatti riempire il cuore di sensazioni meravigliose, asciugati pure le lacrime infantili, fa’ un bel respiro e oltrepassala quella soglia, e … ringrazia e loda il Signore.
Così potrò ringraziare Dio per avermi rivestito d’innocenza, per avermi cinto di letizia e coronato di virtù, per avermi chiamato col dolce nome di figlio e per avermi guidato passo passo fino alla sua casa di serenità, di amore e di pace. Allora narrerò alle genti la mia divina avventura e potrò annunciare ai disperati le sue infinite misericordie… Laudato sii, mi Signore…
La mia esistenza sia come un’onda che, dopo essersi infranta sulla spiaggia, ritrovi ogni volta il coraggio di riaffrontare il mare della vita, per ricominciare sempre da capo, perché ci sarà sempre qualcosa o qualcuno che mi farà sperare ancora, che mi aiuterà a superare i giorni grigi che arriveranno con il prossimo inverno, così triste e carico di noia.
Per avermi tratto ogni volta dal cieco carcere del “tanto, ormai non c’è più nulla da fare”, per avere tenuta accesa nel mio cuore la fiamma autentica della Fede, per l’amorevole tuo sguardo col quale mi hai sempre guardato, per la amabile potenza del tuo braccio che ha fermato la mia anima sulla soglia insidiosa della prevaricazione … Laudato sii, mi Signore…
Come gocce di rugiada, anche se intorno a me ora c’è poco sole e l’odore autunnale della terra arata si perde nella nebbia che avvolge il mare scuro dei solchi che attendono i nuovi semi e i teneri germogli, le parole di Francesco ristorano e ritemprano tanto il mio spirito …
Laudato sii, mi Signore! Perché, mio Dio, più che la tua giustizia, ora aspetto il tuo amore e Tu resti sempre mia roccia e mio baluardo e, per il tuo nome, Tu dirigi sempre i miei passi. Amen.
Don Mimì Fazioli
di don Mimì FazioliTrivento (CB), 4 ottobre 2008