Agnone: ospedale a rischio! | Diocesi di Trivento

Segnalazioni

Agnone: ospedale a rischio!

Si parla di una riduzione da 101 a 40 posti letto (25 di Medicina Generale e 15 di Chirurgia), oppure a 37 posti letto (23 e 14), con la conseguente chiusura dei reparti di OSTETRICIA – GINECOLOGIA, PEDIATRIA, la riduzione alle sole emergenze dell’attività dei laboratori ANALISI e RADIOLOGIA, con conseguente dimagrimento, la scomparsa di quasi tutti i servizi di ORTOPEDIA, e via di questo passo.
A ciò si aggiunga la soppressione del Distretto di Trivento, con la “promessa” di un Ospedale di Comunità.

Questo Ufficio può solo augurarsi che si tratti di semplici voci, e si augura che siano smentite al più presto. Altrimenti, questo evento, che si commenta da solo, se fosse sanzionato dal Consiglio Regionale con l’approvazione conseguente del Piano Sanitario Regionale significherebbe l’inevitabile chiusura del San Francesco Caracciolo a breve.

Ma fatto ancora più grave, sarebbe il colpo definitivo e finale per accelerare inesorabilmente la morte dell’Alto Molise e dell’intera Diocesi di Trivento. La Caritas ha recentemente denunciato la drammaticità della nostra situazione e se questa è la risposta delle autorità politiche, siamo di fatto all’Eutanasia! Infatti, la riduzione di ben 61 posti letto significa in primis una perdita occupazionale notevole, con conseguente riduzione degli altri servizi non sanitari, cessazione del movimento economico zonale, crisi delle attività produttive, emigrazione dei giovani, chiusura delle scuole, morte dei paesi del circondario, invito ad abbandonare al più presto la zona.
E’ quindi responsabilità di tutti mettersi insieme per valutare, discutere e trovare soluzioni alternative: l’Ospedale serve un area disagiata, penalizzata e che sta lentamente morendo. Tagliando i servizi, si taglia la vita stessa dell’area, già sofferente. A che servono le Leggi sulla Montagna, se così si uccide la Montagna? Sono prese in giro?
Le ragioni per operare tali tagli, che a detta di molti, consisterebbero nella necessità del Rientro dal Deficit Sanitario, dalle sentenze del TAR che hanno impedito la riduzione dei posti letto di UCSC e NEUROMED, in quanto la Regione ha in essere con le stesse delle Convenzioni ben precise, la necessità di creare posti letto clinicizzati per la Facoltà di Medicina del Molise non possono essere pagate dalle aree deboli.

Questo ufficio può solo appellarsi al senso di responsabilità degli Amministratori ad unirsi per valutare il bene comune per l’area, può lanciare il grido di allarme, affinché venga accolto da chi di dovere, in quanto non ha i mezzi e la forza per imporre cambiamenti.
Si invitano tutte le autorità politiche, sociali e religiose ad unirsi per impedire che questo scempio sia perpetrato, in quanto non si vede come ciò possa essere un bene per tutta l’area.
Appare eccezionalmente ridicolo, a questo punto, parlare di completamento del Nuovo Ospedale, di Pronto Soccorso, di Ospedali di Comunità, e via di questo passo, se si sopprime l’Ospedale di Agnone e il Distretto di Trivento… e poi, con quali fondi?
Se è necessario sacrificare il Nuovo Ospedale, nuova cattedrale del deserto, per salvare i servizi oggi esistenti, lo si faccia! La struttura attuale è più che sufficiente e ha meno costi di gestione!

E’ vero, i numeri ci penalizzano : la popolazione residente “effettiva” (che si calcola ancora sulla base della Vecchia ASL Alto Molise) è esigua. Questo Ufficio chiede che la zona, affinchè l’Ospedale San Francesco Caracciolo abbia un senso più compiuto, sia ridisegnata in base all’orografia territoriale e alle comunicazioni : a suo giudizio comuni come Pescolanciano, Chiauci, Civitanova del Sannio, Bagnoli del Trigno, Salcito, Roccavivara, Trivento, Montefalcone del Sannio, e quelli del distretto di Trivento potrebbero costruire la nuova zona montana, e creare un unico distretto di Trivento – Agnone, con direzione a Trivento, di modo che, le due realtà avrebbero ciascuna un polo sanitario. Ovviamente l’Ostetricia non potrà mai arrivare a 400 parti annui, tuttavia i suoi numeri (e la qualità del servizio) sono in aumento, sia per la chiusura dei reparti di Castel di Sangro e Atessa, con aumento dell’utenza che si rivolge al Presidio Ospedaliero, sia per l’abnegazione e la professionalità degli operatori.
L’aumento dei ricoveri del Nosocomio di quest’anno, che ha significato un consistente balzo in avanti dell’attività ospedaliera, non è stato dovuto solo a ricoveri impropri, ma soprattutto all’aumento dell’attività di CHIRURGIA, UROLOGIA, ORTOPEDIA, DIALISI, OSTETRICIA, GINECOLOGIA E PEDIATRIA con quote sempre più significative extraregionali, che creano entrate per la regione.

Inoltre, un fatto va precisato: la Chiesa Locale di Trivento non può assistere – e non per mero campanilismo – ad un evento così grave come se niente fosse : e vuole precisare che ha cuore la vita del proprio territorio. Già S.E.R. Mons. Antonio Santucci, il 20 novembre 2005, a Canneto sul Trigno, nell’ultima celebrazione di commiato dalla Diocesi, alla presenza di molti di voi, vi scongiurava di fare qualcosa per questo territorio, altrimenti nel corso di 10 anni, sarebbe tutto morto. Se questa è la risposta, onestamente la vostra responsabilità è decisiva, anche, per chi crede, di fronte a Dio. La Diocesi di Trivento non ha rapporti e relazioni con la Cattolica, tuttavia, da informazioni assunte, vuole sottolineare che se l’UCSC ha una convenzione in essere con la Regione, per mezzo della quale eroga delle prestazioni di eccellenza ai molisani che a conti fatti verrebbero a costare di più se il cittadino emigrasse fuori regione, il problema non è che a causa della Cattolica si chiude l’Ospedale di Agnone: ma dipende dalle scelte e dagli accordi Regione - Cattolica e così allo stesso modo tra Regione – Neuromed, e dalle altre scelte in essere ad Isernia, Campobasso e Termoli.

Ci vuole coraggio per riconoscere che altri tagli (o meglio, ristrutturazioni “poco invasive”) possono essere fatti nelle zone forti e per dire di “no” a richieste immotivate… Come anche il ripensare decisioni relative a istituzione di nuovi reparti, primariati, appalti, convenzioni... C’è purtroppo, una scala di priorità che andrebbe tenuta presente, quale la carenza del personale infermieristico e medico in alcune realtà, a scapito di nuovi reparti ed istituzioni da sogno, ma che non sono funzionali al bene comune e a far funzionare l’esistente, prima vera scommessa in questi tempi difficili. Ma se si è motivati dalla fede, è necessario farlo.
Fino all’autonomia, anche se molti rimproverano i fondi “troppo” generosi spesi per l’ex ASL ALTO MOLISE, che, giova ricordare, assommavano due realtà, i finanziamenti per l’Ospedale e la quota pro capite per i residenti, cosa che, se sommata dava comunque un numero pro capite alto e falsato rispetto alla realtà, in verità la Zona si è autogestita bene e senza debiti. Per cui, il fatto, oggi, appare sempre più beffa. Il nosocomio fino ad oggi è andato avanti per il sacrificio degli operatori, tecnici, medici, infermieri, ecc. locali che capiscono il “dono” di una così bella realtà nella zona: ma così si uccide la speranza, la vita dell’area, e di conseguenza il futuro.

Non si chiede che una sola cosa: conservare l’esistente, non spegnere il cerino con la fiamma flebile: non si vuole nulla di più, né di meno.
Se sono necessarie piccole ristrutturazioni in rami veramente secchi, si attuino: ma questi non sono quelli del San Francesco Caracciolo, forse quelli presenti in altri comparti distrettuali e amministrativi. Altrimenti tutti coloro che, con la loro omissione, o superficialità consentono ciò, senza aver fatto tutto il possibile, non potranno avere la coscienza tranquilla sia davanti alla popolazione di quest’area che di fronte alla storia.

di don Francesco MartinoAgnone (IS), 27 ottobre 2007

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