Caritas Diocesana
Intervista a don Giovanni Gatto, parroco di Tempera (AQ)
![Intervista a don Giovanni Gatto, parroco di Tempera (AQ)](/immagini/news/grandi/_21_1_27_.jpg)
"Sono vivo grazie alla mia cagnetta Agnes".
Inizia così il racconto di don Giovanni Gatto, parroco della parrocchia di Santa Maria in Tempera. La sua chiesa è crollata, insieme alla canonica, sotto i colpi del sisma, ma lui ce l'ha fatta, perchè‚ quella notte la sua cagnetta, Agnes (si chiama così perché l'ha trovata il 21 gennaio, festa di Sant'Agnese, nda) è andato a svegliarlo e lo ha condotto fuori, tra le macerie, al sicuro.
"I mie parrocchiani pensavano che fossi morto, - continua don Gatto - invece grazie al cane sono uscito indenne dai crolli. Farò molta fatica a dimenticare le grida di agonia di chi poi è morto. Sentivo chiamare aiuto, tra le macerie, e non potevo far nulla per aiutare i parrocchiani".
Una piccola comunità, quella di Tempera, che ha pagato un alto tributo di sangue: otto morti, tra i quali un ragazzo di 26 anni. Ha celebrato il funerale ai suoi fedeli, don Gatto, evitando la cerimonia ufficiale, ed ora è in tenda, accanto alla sua comunità, come il pastore che non abbandona mai le sue pecore.
E in queste ore fare il parroco è particolarmente difficile.
"Certo, perché nasce spontanea la domanda: il tuo Dio perché ha permesso tutta questa distruzione? E in questi momenti la funzione del sacerdote non è soltanto quella del culto e della preghiera, ma è soprattutto quella dell'ascolto.
È questo un ministero importantissimo, la presenza del sacerdote nella tendopoli, ad ascoltare gli sfoghi e le lacrime; essere vicino a chi soffre".
Un po' prete e un po' spicologo, insomma.
"In questo scenario - chiude don Gatto - un segnale positivo è sicuramente rappresentato dalla straordinaria mobilitazione dei soccorsi.
La Caritas, le parrocchie, i volontari, la Protezione civile, i Vigili del fuoco, i Carabinieri e tutti gli altri.
Davvero grazie a tutti".
Dott. Francesco BOTTONE - Giornalista23 maggio 2009