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Riviviamo un attimo quel che è accaduto il 23 settembre 2017: faceva il suo solenne ingresso in Trivento il nostro beneamato Vescovo Claudio Palumbo
Tutta la gioiosa e calorosa accoglienza di questa Chiesa tridentina gli aveva rivelato quanto essa sia legata ai suoi vescovi: del resto ogni famiglia vive la propria unità e fraternità nello stringersi attorno al padre.
A distanza di un anno possiamo affermare che mons. Claudio ha girato in lungo e in largo la nostra Diocesi, ha incontrato quasi tutte le comunità parrocchiali e quindi è riuscito ad avere una conoscenza più che sufficiente di questa porzione del popolo di Dio: conosce ed apprezza l'operato di tutti i suoi sacerdoti e li ringrazia per la collaborazione indispensabile alla crescita del Regno di Dio; conosce le poche comunità religiose maschili e femminili verso le quali manifesta gratitudine per il servizio, la preghiera, la consacrazione della loro esistenza a Dio e alla Chiesa. Ha incontrato molti laici che collaborano nei vari settori della pastorale diocesana e parrocchiale, quelli che vivono la vita della Chiesa dentro movimenti, associazioni, gruppi ecclesiali che li impegnano con un carisma specifico: a tutti ha dato una parola di gratitudine personale e assicurato la sua preghiera quotidiana, perché siano seme di grazia e di speranza e perché di non vengano mai meno nell'impegno di testimoniare con la propria vita Gesù Cristo.
Il Vescovo Claudio si è messo subito a contatto anche con alcune realtà di sofferenza: la sofferenza, soprattutto quella innocente, è sempre per lui una domanda alla quale non si riesce a dare una risposta se non guardando la Croce e il Crocifisso! Di lì viene una risposta appena sussurrata: perché così si offre l'Amore, perché così si consuma Colui che ama! E, in qualche modo, quel mistero si illumina: l'amore rischiara il buio della vita, l'esistenza sofferente si riaccende di speranza.
Se nella sofferenza non penetra la luce dell'amore, questa rimane desolazione, sconfitta, fallimento umano. E chi aiuta il sofferente a vivere la sofferenza con amore, è soltanto chi si accosta con amore a chi soffre: ogni uomo può diventare compagno di amore del suo prossimo.
La nostra Diocesi ha un'antica, ricca e variegata tradizione ecclesiale: vi sono tante realtà che lasciano trasparire la bellezza dell'unico Corpo; parrocchie che favoriscono la riscoperta della fede cristiana, forse ultimamente leggermente appannata e trascurata. Vi sono molte associazioni che impegnano i cristiani nel servizio di prossimità ai fratelli bisognosi: pensiamo alla Caritas diocesana, all'Unitalsi e alle varie associazioni di volontariato. Il Vescovo si sta adoperando per armonizzare il loro lavoro, soprattutto nell'aiutare i soci con un percorso formativo che li conduca a collocare o a ri-collocare Gesù Cristo al centro della loro vita.
Siccome la Diocesi poi ha fatto già con mons. Scotti la scelta pastorale della famiglia, tutta l'attenzione è focalizzata nell'aiutare la famiglia a svolgere il suo compito primario di realtà educante. Sono state individuate un numero di coppie provenienti dalle varie parrocchie della diocesi, le quali hanno iniziato un cammino formativo per poi inserirsi a pieno titolo nella pastorale familiare parrocchiale ed essere così lievito che fermenta tutta la comunità.
Molti sono i progetti e le idee che sono nella sua mente e toccano il suo cuore; ma soprattutto l'integrità e l'unità di questa Chiesa è quanto gli sta più a cuore. Per unità si intende corresponsabilità di tutti i laici nel costruire, anche visibilmente, il Corpo di Cristo. La frammentazione e la lacerazione sono deleteria controtestimonianza: sono la negazione di Colui che è l'Unico di Dio che ha voluto la Chiesa come suo unico corpo.
Da parte nostra oltre al ringraziamento al Signore per averci donato un anno fa questo nuovo, giovane ed energico pastore, assicuriamo la nostra quotidiana e sincera preghiera per il suo servizio pastorale, chiediamo venia se non sempre riusciamo a seguire il suo passo deciso e a mons. Claudio facciamo tanti tantissimi auguri di ogni bene.
Ufficio comunicazioni socialiTrivento, 22 settembre 2018