L'ecumenismo: riflessione di don Simone Iocca in preparazione alla prossima settimana di preghiera per l’unità dei cristiani | Diocesi di Trivento

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L'ecumenismo: riflessione di don Simone Iocca in preparazione alla prossima settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

L'ecumenismo: riflessione di don Simone Iocca in preparazione alla prossima settimana di preghiera per l’unità dei cristianiIl Cammino ecumenico ha come fondamento la volontà del Signore che ha pregato perché tutti siano una cosa sola (Gv 17,21). Si tratta del movimento che comprende tutte quelle iniziative che promuovono l'unità dei cristiani,frantumata nel corso dei secoli da due scismi principali: quello con la Chiesa ortodossa nel 1054 e con la comunità protestante nel 1517 in Germania dovuto a Martin Lutero. Gli ortodossi hanno veri sacramenti, e, in forza della Successione Apostolica, il Sacerdozio e l'Eucarestia, attraverso cui sono uniti a noi cattolici da vincoli molto stretti; tuttavia non riconoscono l'autorità del Papa, Vescovo di Roma e Successore dell'Apostolo Pietro. I protestanti, non hanno la successione apostolica nel sacramento dell'Ordine, quindi sono privi di un elemento essenziale dell'essere Chiesa, non hanno conservato la genuina ed integra sostanza del Mistero eucaristico (non credono nella presenza reale di Gesù nell'ostia consacrata), hanno in comune con noi il sacramento del Battesimo, la Sacra Scrittura e doni che spingono all'unità cattolica come la carità. L'inizio ufficiale del movimento ecumenico viene generalmente fissato al 1910 in ambito protestante: durante la Conferenza mondiale delle società missionarie protestanti e anglicane dell'area anglo-americana a Edimburgo, le giovani Chiese avanzarono con forza profetica la richiesta ai missionari di predicare il Vangelo e non le divisioni tra le grandi confessioni storiche.

Quasi come una risposta a questa provocazione negli anni tra le due guerre mondiali nacquero diversi movimenti tra cui il Consiglio missionario internazionale, Fede e costituzione, Vita e azione, detto anche Cristianesimo pratico che, sempre in ambito protestante, si proposero di favorire l'ecumenismo rispettivamente nei campi dell'evangelizzazione, in quelli teologico dottrinali e in quelli della vita pratica e delle problematiche sociali. Allo stesso periodo risalgono sia un'importante esperienza di dialogo tra la chiesa cattolica e quella anglicana, le conversazioni di Malines (1921-1925), sia l'inizio di un movimento di accostamento dell'ortodossia alle Chiese protestanti. Nel 1948, dopo la sosta forzata per la guerra, questi fermenti trovarono una prima realizzazione nella conferenza di Amsterdam, a cui parteciparono diverse chiese protestanti e ortodosse e durante la quale i movimenti Fede e costituzione e Vita e azione decisero formalmente di fondersi nel CEC (Consiglio ecumenico delle chiese), organismo che ha sede a Ginevra e promuove da allora periodiche Assemblee generali ogni 6-7 anni.

Oggi il CEC (che è noto anche come Consiglio mondiale delle Chiese) include 349 Chiese: la maggior parte delle Chiese ortodosse, la Comunione anglicana, numerose Chiese protestanti, alcune battiste, molte luterane, metodiste e riformate, alcune Chiese pentecostali, e un vasto campione di Chiese indipendenti. In particolare i cattolici sono membri effettivi della commissione teologica Fede e costituzione. Fino al 1960 l'atteggiamento ufficiale della Chiesa cattolica era stato di relativa chiusura nei confronti di tutto questo movimento. La decisa svolta impressa da papa Giovanni XXIII che indisse nel 1959 il Concilio Vaticano II e, nel 1960, istituì il Segretariato per l'unità dei cristiani

Inoltre furono invitati come "delegati fraterni" membri autorevoli delle Chiese separate, vennero annullate le reciproche scomuniche pronunciate nello scisma d'Oriente del 1054 tra la chiesa di Roma e quella di Costantinopoli; inoltre, uno dei nove decreti prodotti dal lavoro conciliare dei vescovi, assistiti dai consulenti teologici, è dedicato specificamente all'ecumenismo: Unitatis Redintegratio (Il ristabilimento dell'unità), del 21 novembre 1964.

Nel decreto vengono successivamente esposte le condizioni con cui si esercita l'azione ecumenica e i principi che la regolano: intessere un dialogo costituito da desiderio di conoscere gli altri, senza precostituire falsi giudizi, e dalla stima reciproca. Eliminare parole, giudizi e opere che non rispecchiano con equità e verità la condizione dei fratelli separati e perciò rendono più difficili le mutue relazioni con essi. Per questa via a poco a poco, superati gli ostacoli frapposti alla perfetta comunione ecclesiastica, tutti i cristiani, nell'unica celebrazione dell'Eucarestia, si riuniscano in quella unità dell'unica Chiesa, che Cristo fin dall'inizio donò alla sua Chiesa. Giovanni Paolo II nel 1988 ha trasformato il Segretariato per l'unità dei cristiani in Pontificio consiglio per l'unità dei cristiani (oggi Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani), promuovendo inoltre la redazione di una serie di documenti comuni con la Chiesa anglicana e luterana, nonché con diverse Chiese d'Oriente. Papa Benedetto XVI lo ha dichiarato tra i fini principali del suo pontificato; tra le iniziative da lui volute si ricordano: la pubblicazione in russo del suo libro Introduzione al cristianesimo con un'introduzione del metropolita ortodosso di Smolensk e Kaliningrad, Cirillo, la presentazione della traduzione russa dell'enciclica Spe salvi condotta dal prorettore dell'Accademia teologica ortodossa Vladimir Shmalij.

Anche Papa Francesco promuove costantemente l'ecumenismo, e afferma che non è mai un impoverimento, ma una ricchezza. L'annuale settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, che si svolge dal 18 al 25 gennaio, ha questo tema: "L'amore di Cristo ci sospinge verso la riconciliazione" (1Cor 5,14-20). Nel 1517 Martin Lutero espresse preoccupazione per quelli che egli considerava abusi nella chiesa del suo tempo, rendendo pubbliche le sue 95 tesi. Il 2017 marca il 500° anniversario di questo evento chiave all’interno dei movimenti di Riforma che hanno segnato la vita della chiesa occidentale per diversi secoli. Questo evento ha costituito un tema controverso lungo tutta la storia delle relazioni tra le chiese in Germania, e fino ai nostri giorni. Dopo ampi dibattiti, talvolta difficili, le chiese in Germania si sono trovate d’accordo sul fatto che il modo per commemorare ecumenicamente l’evento della Riforma fosse quello di farne una “Celebrazione di Cristo” (Christusfest). Se, infatti, l’enfasi viene posta su Gesù Cristo e la sua opera di redenzione quale centro della fede cristiana, allora tutti i partners ecumenici (cattolici, ortodossi, battisti, metodisti, mennoniti e altri) potranno partecipare alle festività dell’anniversario.

Dato il fatto che la storia della Riforma è stata segnata da dolorose divisioni, si è trattato di un traguardo notevole. La Commissione luterano-cattolica sull’unità ha lavorato instancabilmente per giungere ad una comprensione comune della commemorazione. Il suo importante rapporto Dal conflitto alla comunione riconosce che entrambe le tradizioni si accostano a questo anniversario in un’epoca ecumenica, con i risultati di cinquant’anni di dialogo al loro attivo, e con una rinnovata comprensione della loro storia e della loro teologia. Distinguendo gli aspetti polemici dagli stimoli teologici della Riforma, i cattolici sono ora in grado di ascoltare la sfida di Lutero alla Chiesa di oggi, riconoscendolo un “testimone del vangelo” (Dal conflitto alla comunione n. 29). E così, dopo secoli di reciproche condanne e vilipendi, nel 2017 i cristiani luterani e cattolici, per la prima volta, commemoreranno insieme l’inizio della Riforma. Da questo accordo, e in considerazione del più ampio contesto ecumenico, emerge il forte tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani di quest’anno: “L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione” (cfr. 2 Cor 5, 14-20). Quando il Comitato organizzativo nazionale tedesco si riunì nell’autunno del 2014, risultò subito chiaro che il materiale per la Settimana di preghiera 2017 doveva avere due punti focali: da una parte doveva esserci una celebrazione dell’amore e della grazia di Dio, la “giustificazione dell’umanità solo per grazia”, che rifletteva l’istanza cruciale delle chiese marcate dalla Riforma di Martin Lutero. Dall’altra parte il materiale doveva anche riconoscere il dolore della conseguente profonda divisione che ha segnato le chiese, chiamando per nome le colpe, e prospettando opportunità per offrire passi di riconciliazione.

È stata, infine, l’esortazione apostolica di papa Francesco Evangelii Gaudium (La gioia del vangelo) che ha suggerito il tema per quest’anno con la citazione, al paragrafo n.9, “L’amore di Cristo ci spinge”. Con questo versetto (2 Cor 5, 14), preso nel contesto dell’intero quinto capitolo della Seconda Lettera ai Corinzi, il Comitato tedesco ha formulato il tema della Settimana di preghiera del 2017.Don Simone Iocca16 gennaio 2017

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