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Due settimane in Camerun per imparare…ad imparare!
Dal 28 marzo al 12 aprile scorso abbiamo fatto, con Antonio Meale ed il cugino Rodolfo di Frosolone, con il dr. Mario Palazzo di Civitanova ed il sottoscritto, un viaggio, organizzato dall’Ufficio Missionario Diocesano, nella Missione di Fontem e nel suo Centro Diocesi, Mamfe, nel Camerun Occidentale. L’occasione è nata dall’invito ricevuto dai responsabili del Dispensario Cattolico della Diocesi di Mamfe, una coppia di giovani medici tedeschi operanti nel Dispensario da due anni, con due bimbi di 4 anni, il maschietto, e di 4 mesi la bambina. Si sarebbe dovuto inaugurare una seconda nuova costruzione, e la vecchia, rinnovata, lavori finanziati anche con l’aiuto dell’”Associazione Romeo Lesti” di Frosolone.
L’Associazione si era costituita in seguito alla morte del dr. Romeo Lesti, di Frosolone, avvenuta per un incidente automobilistico nell’ottobre 2002, con lo scopo di finanziare una struttura ospedaliera in Africa.
Dopo aver finanziato a più riprese il Dispensario Cattolico S. Giovanni di Dio di Mamfe, non ci sembrava vero di poter avere anche un rapporto personale sul posto dove operano la Diocesi, con il Vescovo ed i sacerdoti, ed il personale medico e paramedico. Costretti a rinunciare alla partenza progettata inizialmente per il 26 febbraio in seguito a disordini scoppiati improvvisamente in Camerun e che, abbiamo poi saputo, hanno provocato circa cento morti, l’abbiamo rinviata a circa un mese dopo. Si è rivelata provvidenziale la nuova data, non solo per i problemi di sicurezza che avremmo incontrato se fossimo partiti prima, ma anche perché così, il giorno dopo arrivati a Fontem, la domenica 30 marzo, abbiamo potuto partecipare alla Prima Messa di Padre Julius Simonia, di Fontem, ordinato sacerdote tre giorni prima.
Abbiamo costatato cos’è una festa in Africa. Una bellissima Messa con la chiesa piena di circa 800-900 persone, della durata di circa tre ore, viva e partecipata, seguita dalla festa davanti al piazzale della chiesa, con danze, canti, discorsi, doni e pranzo finale: una giornata dedicata dalla gente ad un loro figlio diventato sacerdote. Accoglienza cordiale e fraterna anche per noi italiani da parte della popolazione di Fontem, abituata naturalmente, come è nella cultura africana, ai valori dell’accoglienza e dell’ospitalità.
Abbiamo dedicato i giorni seguenti alla visita di Fontem, una città di circa 5-6000 abitanti, ed alle sue strutture: un ospedale in continua estensione, il Collegio Cattolico “Seat of Wisdom”, la falegnameria, la Centrale elettrica realizzata oltre 30 anni fa utilizzando il fiume che scorre accanto all’ospedale con una caduta artificiale di acqua che con una turbina produce elettricità per varie opere e case, opere realizzate con la collaborazione internazionale dei Focolari che furono invitati a recarsi in quella zona dal Vescovo Peteers ai tempi del Concilio per risolvere i gravi problemi che affliggevano quella popolazione.
Ci siamo subito abituati al clima caldo ed umido della zona equatoriale, decisamente pesante ed ai limiti della sopportazione quello di Douala e di Mamfe, più piacevole quello di Fontem, come anche ai cibi locali. Si fa subito amicizia in Africa! I nostri amici, della Missione, sono subito diventati gli amici dei miei amici. Momenti di fraternità, inviti a cena, parole di caldo benvenuto, ci hanno fatto sentire a casa. Senz’altro abbiamo apprezzato e gustato le calde, partecipate, lunghe ma affatto stancanti, liturgie, così attraenti e vive. Interessanti sono stati il viaggio e la permanenza di due giorni a Mamfe, il centro diocesi distante 90 Km da Fontem – tutti in terra battuta ed a tratti già brutti per la scarsa manutenzione e le prime piogge - a poche decine di Km dai confini con la Nigeria. Abbiamo approfittato del passaggio per Fontem del Vescovo di Mamfe, Mons. Francis Lysinge, che ci ha accompagnati con il suo fuoristrada a Mamfe.
L’impatto con il clima caldo ed umidissimo di Mamfe è stato violento! Ma l’accoglienza del Vescovo e dei medici tedeschi, Dr. Marco e Petra Schulze, ci hanno messo a nostro agio.
Ospiti della Parrocchia Cattedrale e del Vescovo, questi stesso ci ha portati il giorno dopo, con il dr. Marco, a visitare il Dispensario, che nel giro di 4-5 anni ha visto sorgere una seconda costruzione – con sala consultazione, quattro reparti di circa 40 posti letto ( maternità, uomini, donne, bambini ), laboratorio analisi e farmacia – e la ristrutturazione della prima costruzione ormai invecchiata e cadente con minireparti, servizi igienici, ecc., oltre la costruzione, a ridosso di queste due, di servizi igienici e cucine per i parenti dei malati (in Africa non esiste l’assistenza sanitaria gratuita né tantomeno il servizio mensa e pulizia, che è tutto a carico dei parenti dei malati). Una targa con la scritta “ROMEO LESTI” è stata posta sul Reparto Maternità.
Il viaggio di ritorno a Fontem ci ha riservato momenti avventurosi a motivo di parecchi tratti di strada veramente già cattiva, nonostante siamo solo all’inizio della stagione delle piogge che andrà avanti, in crescendo, fino ai primi di novembre.
Tuttavia la disponibilità del popolo camerunese ci ha aiutato a venire fuori con la macchina impantanata nel fango. L’ultimo giorno a Fontem l’abbiamo dedicato ad accompagnare Padre Claudio Cavallo, di Cuneo e già da quasi 9 anni a Fontem, in un villaggio per una di quelle Visite che costituiscono un momento classico di evangelizzazione e che hanno una scadenza bimestrale o trimestrale: un tratto in macchina, un’ora e mezzo circa a piedi all’andata ed altrettanto al ritorno tra la lussureggiante vegetazione tropicale, l’incontro con la piccola ma viva comunità cristiana di Mbindia, il tempo per la Confessione cui i cristiani si accostano solo quando il Padre vada loro, la Messa sempre viva e partecipata, il pasto offerto dal Consiglio Pastorale in casa di uno di loro tra la cordialità e la semplicità … il rientro a casa verso le 4 del pomeriggio, tutto questo ci ha reso spettatori ed attori insieme dell’annunzio del Vangelo… ai confini della terra.
Alla fine 15 giorni passati velocemente tra tante emozioni. Cosa ci riportiamo a casa? Una gioia ed una soddisfazione per quanto abbiamo visto e per quanti abbiamo incontrato; per i momenti di serenità e semplicità, frutto di una vita fatta – nella cultura africana – di rapporti, una ricchezza che l’Occidente va smarrendo per correre dietro le cose materiali; per l’esperienza di una fede ritrovata e sperimentata, libera da incrostazioni e formalismi; per la consapevolezza che il dono generoso di quanto, non solo per nostro merito, abbiamo, può far circolare beni che migliorano le condizioni di vita di queste persone che sono pure nostri fratelli e sorelle.
Sarebbe bello se questa Visita in terra di Missione fosse la prima di altre… L’Ufficio Missionario esiste per questo soprattutto – per risvegliare la nostra coscienza missionaria - e non principalmente per raccogliere soldi.
L’incontro e lo scambio tra culture può solo farci del bene e farci fare l’esperienza che, incontrandosi, si dona e si riceve allo stesso tempo e si impara ad essere ed a vivere da fratelli.
di Don Antonio MasciaCamerun, 21 aprile 2008