Una lettera di don Pietro Monaco dal Brasile | Diocesi di Trivento

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Una lettera di don Pietro Monaco dal Brasile

Salute a tutti,
è già passata una settimana dal mio arrivo qui in Brasile…
Ho avuto modo già domenica di celebrare la mia prima messa da solo in portoghese, e anche di cominciare a ricordare il modo di vivere la messa qui in Brasile.

Che ho fatto in questa settimana?
La maggior parte del tempo l’ho dedicata alla pastorale dei minori svolta nell’area dov’è situata la parrocchia della Villa Embratel. La Parrocchia, naturalmente, è dedicata a San Daniele Comboni, ma solo da alcuni anni, in quanto prima i comboniani svolgevano l’attività in un territorio molto più ampio, che adesso è diviso in 3 parrocchie.

Ma che cos’è la “pastorale”?
Qui in Brasile, ma in genere, dovunque, con il termine pastorale si definiscono l’organizzazione e le attività che i cristiani, in nome della chiesa cattolica svolgono nel “sociale”: Abbiamo così la Pastorale dell’infanzia, la Pastorale dei minori, la Pastorale giovanile, la Pastorale del lavoro, la Pastorale della donna, la Pastorale carceraria, la Pastorale familiare, la Pastorale “indigena”, la Pastorale della “decima“ ….
All’interno della parrocchia “S. Daniele Comboni”, non sono presenti tutte queste pastorali, come non ci sono tutti i gruppi parrocchiali possibili, né oggi mi fermerò a parlarvi di tutto.
Mi sembra, però opportuno chiarire che cos’è la Pastorale della “decima”, prima di parlavi in dettaglio della Pastorale dei minori.
La Pastorale della “decima”, direi, è quasi obbligatoria in tutte le parrocchie, in quanto è rivolto ai parrocchiani per il sostegno economico dei loro parroci e delle attività parrocchiali. Qui, come in molte parti del modo, la chiesa si regge grazie al sostegno dei fedeli, così, in teoria ogni parrocchiano dovrebbe auto-tassarsi per mantenere la propria chiesa, il proprio parroco e le attività “pastorali” che vi si svolgono. La Pastorale, mira, quindi, a fare in modo che sempre più gente collabori, in modo che più ne sono e meno si paga.
Dove i comboniani sono presenti, cercano di far crescere questa pastorale, in modo da rendere le parrocchie sempre più autonome e così favorire il passaggio delle stesse a sacerdoti diocesani.

La Pastorale dei minori, in generale si rivolge a ragazzi dai 6 ai 18 anni.
Qui in Brasile, dopo l’anno internazionale del Fanciullo (fine anni ’70), ci sono state molte “battaglie” per riuscire a dare il giusto rispetto ai minori e solo nel 1990 si è arrivati allo “Statuto del bambino e dell’adolescente” che ha dato la possibilità a tanti minori di vedere ricosciuti i propri diritti e di non essere più messi ai margini della società.
Lo statuto, con il passare degli anni ha favorito il passaggio “dalla carta ai fatti” e così pian piano, anche lo stato si sta assumendo degli impegni seri nei confronti dei ragazzi, sostenendo alcuni progetti e favorendone altri. In alcuni casi passa a dirigerli anche in prima persona. Quando parliamo di impegno dello stato, bisogna concedersi sempre il beneficio del dubbio, naturalmente…
Nell’area della Villa Embratel, la Pastorale dei minori è attiva da circa 20 anni e con il passare degli anni ha visto l’avvicendarsi di varie persone nella dirigenza, ma se fino a qualche tempo fa’ la “Pa.Men” (come la chiamano in breve) aveva solo in poche persone dei punti di riferimento, attualmente vede la presenza di molte persone che sono inserite nei vari progetti.
Giustamente, per ottenere degli aiuti dallo stato e da enti locali, ma anche da paesi e enti all’estero, bisogna presentare dei progetti che magari di anno in anno vengono rinnovati, e così, facilmente all’interno della e delle pastorali, si parla di progetti.


Tre sono i progetti principali e due sono i progetti collegati, uno invece, si è concluso. Maggiori dettagli in futuro, quando mi farò mandare una copia dei progetti che stanno presentando.
I principali sono:
  • PRESENZA: Incontro-visita alle famiglie dei ragazzi che partecipano alle attività, cercando di coinvolgere soprattutto quelle famiglie e quei ragazzi in situazioni più difficili e a rischio
  • DALLA STRADA: Attraverso dei giochi che a loro piacciono (e il calcio non può mancare), toglierli dalla strada e proporre loro dei valori importanti
  • PETI: Un progetto che mira a favorire la professionalizzazione dei ragazzi per poter affrontare il mondo del lavoro a partire dai 16 anni.
I due progetti collegati:
  • CRER: Rivolto ai ragazzi dai 16 ai 23 anni, per favorirne l’incontro, la riflessione, la ricerca del lavoro, la conoscenza di sé e dei loro diritti (e doveri). Ogni anno è rivolto ad un gruppo diverso, anche se sempre della stessa fascia di età.
  • MADRI: Rivolto alle mamme dei ragazzi che partecipano alle attività e che continuando un progetto passato che ha formato al taglio e cucito, vuole favorire la formazione di una società-cooperativa che possa entrare nel mondo del lavoro, producendo vestiario.
Si è concluso il progetto a sostegno delle donne e minori vittime di violenza, in quanto lo stato avvierà a breve un centro di assistenza per tutti i casi di violenza, sia su minori che su maggiori, sia fisica che verbale o psicologica.

Mi è sembrato molto interessante il lavoro che la Pa.Men sta svolgendo, innanzitutto perché non dipende da una sola persona (l’ex coordinatrice, Elisangela, è stata eletta per un incarico riguardante i minori al governo dello stato, e la nuova coordinatrice sta svolgendo egregiamente il compito), poi perché ci lavorano persone (studenti e studentesse, giovani e mamme di famiglia) che affrontano quotidianamente dei sacrifici per portare avanti le attività e credono in quello che fanno; infine nei loro incontri mensili cercano sempre non solo di comunicarsi il lavoro svolto, le difficoltà, i successi, ma soprattutto di pensare, progettare il futuro e pregare su quanto stanno facendo e faranno.

Le cose che mi hanno colpito.
Dopo 16 anni, ho visto una São Luis cambiata. È normale, si, ma mi è sembrato, all’inizio di vedere una ricchezza maggiore, più macchine, più negozi, più gente impegnate nelle compere. Anche Villa Embratel sembra più “ricca”, ma, riflettendo, sto notando che la situazione non è per niente facile. I pagamenti dilazionati (fino a 6 anni) non favoriscono in realtà i più poveri, in quanto pensano di poter comprare cose (e qui viene favorito il pensiero consumista), di cui possono fare a meno e che non riusciranno più a pagare (vedi macchine, cellulari…).

C’è certamente più violenza. L’intrusione al Centro di Difesa “Marcos Passerini”, vuol dire certamente una ricerca di soldi, di cose da rivendere e guadagnare. Il terzo furto!? Come dimostrato non è nemmeno causa di mancanza di attenzione, anche le attività vicine, anche quelle dello stato, con tanto di guardie, hanno subito le stesse cose. Molte necessità!? Come al solito la povera gente cerca di guadagnare onestamente la propria vita, chi se ne abusa c’è sempre, come chi non vuol fare niente e reggersi sulle spalle del prossimo.

Riflettevo oggi, rientrando dopo il giro nei negozi. C’è di tutto, come a São Paulo, come in tutte le grandi città del mondo: è questa la globalizzazione! Ci sono gli stessi prodotti, gli stessi negozi… gli stessi prezzi!!!
Le case di legno sono scomparse sotto il ponte São Francisco, ma non del tutto, ne sono nate di nuove più in là.

Bello quello che stanno costruendo lungo il litorale: locali, hotel, spiagge attrezzate, ma sarà ancora una volta come a Rio, come da alcuni anni a Fortaleza. Solo luogo per gli stranieri o per chi ha soldi di farsi una vacanza “di sesso” e basta, dove continueranno a rimetterci le donne e soprattutto i bambini.

Una preghiera per tutti i bambini che in questi giorni subiranno qualsiasi tipo di violenza: per la coscienza di chi ne sarà autore; per la forza, il coraggio e l’amore di chi sarà al loro fianco. Grazie!

Don Pietrodi Don Pietro MonacoSão Luis (Brasile), 14 aprile 2008

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