Commento al Vangelo
12 maggio - Ascensione del Signore
Liturgia: At 1, 1-11; Sal 46; Ef 4, 1-13; Mc 16, 15-20In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
È l'epilogo del Vangelo di Marco, gli ultimi versetti. Anzi, fino al Concilio di Trento, che l'ha incluso nel Canone dei libri della bibbia, era... fuori dal vangelo di Marco. Ad ogni modo, dopo il silenzio e la fuga delle donne spaventate dinanzi al sepolcro vuoto, questa appendice racconta le apparizioni del Risorto, il mandato missionario e l'inizio della missione della Chiesa. Con la resurrezione, il mistero di Cristo è pienamente risolto e svelato. Quello che inizia, da qui in avanti, è il mistero del cristiano, nell'attesa della trasfigurazione finale riservata ai discepoli che seguono Gesù fino in fondo, che ne sono apostoli e annunciatori, fino ai confini della terra. Si chiude il Vangelo e si apre la pagina della storia della Chiesa.
A Gerusalemme con l'ascensione si conclude la vicenda personale di Gesù; da Gerusalemme comincia il cammino della Chiesa. Il tempo della Chiesa è terzo dopo quello dell'attesa e delle promesse e quello dell'attuazione del Regno di Dio in Gesù. Quello della Chiesa è tempo di evangelizzazione: una forte tensione missionaria attraversa tutto il libro degli Atti, nella consapevolezza che Gesù è l'unico salvatore di tutti gli uomini. Perciò la missione evangelizzatrice è universale e il libro degli Atti mostra la salvezza correre per le vie dell'impero romano da Gerusalemme a Roma e quindi in tutto il mondo.
L'ascensione e l'invio degli apostoli sono due momenti inseparabili. Tra gli undici (Giuda non c'è più perché ha scelto un'altra strada) e tutti coloro che nel tempo riceveranno l'annuncio di Cristo, si trovano i successori degli apostoli e la Chiesa intera. Ad ognuno, Gesù si fa vicino, compagno di viaggio e forza interiore. I cristiani non sono dei "volontari del vangelo", ma degli inviati del Signore. Ogni cristiano è inviato, cioè missionario, ossia messaggero della Parola che tocca il cuore della vita degli uomini. Non si tratta solo di una miglioria della qualità della vita. La posta in gioco è molto più seria: si tratta di salvezza o dannazione, di vita o di morte. Perché la posta è seria, il Signore conferma la predicazione degli apostoli con segni anche straordinari. I segni, per quanto grandi, alludono al grande "segno" dell'umanità di Gesù, ora assunta in cielo. L'ascensione in cielo di Gesù segna, anche, il mistero della sua nuova incarnazione che – "con una non debole analogia" come insegna il Concilio – si rende visibile nella Chiesa, che è il suo corpo e opera lungo i secoli.
Per quanto importanti e significativi, i segni, i miracoli, non devono mai essere separati dalla rivelazione di Dio in Gesù e dalla sua presenza nella Chiesa. Il teologo Karl Barth lo diceva con un parallelismo efficace: "Il mistero non poggia sul miracolo. È il miracolo che poggia sul mistero". Il miracolo è simbolo del soprannaturale, serve ad aprire, per quanto brevemente, uno squarcio nel cielo. Come nel debole raggio di luce non è presente tutto lo splendore del sole, ma basta ad illuminare una stanza buia.
Anche l'ascensione fa parte della Pasqua: il mistero di passione, morte e resurrezione. Per amore nostro. L'Ascensione è un mistero a due facce. Da una parte è compimento della glorificazione di Gesù, la Risurrezione si completa nell'Ascensione. D'altra parte l'Ascensione è l'avvio della storia della Chiesa che inizia con l'attesa, densa di preghiera. della Pentecoste. L'Ascensione è l'inizio dell'avventura della Chiesa, alla quale, prima che lo Spirito, viene consegnata una responsabilità.
Così il poeta Clemente Rebora: "Mentre il creato ascende in Cristo al Padre, / nell'arcana sorte / tutto è doglia del parto: / quanto morir perché la vita nasca!". Anche l'ascensione fa parte della Pasqua: il mistero di passione, morte e resurrezione. Per amore nostro.
Il Salmo canta: "Popoli tutti, battete le mani! Acclamate Dio con voci di gioia". Sembra dire che i popoli della terra si uniranno al popolo del Signore per aver ascoltato e visto le meraviglie che Egli ha compiuto per esso e in esso. La vita della comunità credente è essenziale nell'annuncio della salvezza a tutti. Tutti "applaudiranno" il Signore per aver visto le sue opere nel suo popolo!
Mons Angelo Sceppacerca12 maggio 2024