Domenica 9 Agosto | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 9 Agosto

Liturgia: 1Re 19, 4-8; Sal 33; Ef 4, 30-5, 2; Gv 6, 41-51Domenica 9 Agosto In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Il dono di Dio è Gesù, il figlio di Giuseppe. L’ironia dei giudei (“Di lui conosciamo il padre e la madre”) non è frutto di conoscenza, ma dell’ignoranza di chi non sa cogliere la gloria dietro la carne. La parola di Gesù “nessuno può venire a me se non lo attira il Padre” è difficile perché sembra dire che nessuno può iniziare la strada verso la salvezza se Dio stesso non lo spinge a farlo e nessuno può andare a Cristo se il Padre non lo attira.

Dire “Io sono il pane della vita”
è come dire che egli è la salvezza per sempre, perché è la vita è terrena e divina, eterna; la vita come la possiede Dio. Questa è la differenza del pane-Gesù rispetto alla manna nel deserto; ma è anche la differenza fra la salvezza eterna del Signore rispetto a quella dello scampo dalle mani degli egiziani. La carne del Signore indica la sua umanità offerta, fino al sacrificio della vita... per la vita del mondo. E questo è anche segno e legame con l’Eucarestia.

La conoscenza di Dio passa per Gesù
, il Figlio. E si va al Figlio attirati dal Padre; questo è il percorso per accostarsi al mistero di Dio. Tutto è solo dono di Dio. E il dono di Dio è un pane che chi ne mangia non muore in eterno, perché è un pane disceso dal cielo: è la carne di Gesù, la sua corporeità, il suo essere uomo tra noi. E’ una carne data, offerta, immolata per la vita del mondo. Il mondo, noi stessi, così amati da Dio!

Nella persona, nell’insegnamento e nell’opera di Gesù veniamo impariamo che Dio non cerca la propria gloria perché è Amore e l’amore cerca sempre l’altro. Anche tra il Padre e il Figlio, ognuno cerca la gloria dell'Altro. L'Amore è la glorificazione dell'Altro. L’amore è un sovrappiù, come le ceste avanzate dopo la moltiplicazione dei pani. Mentre la gente lo cerca perché vuole del pane, Gesù spiega che l’importante non è il pane, ma quel sovrappiù che è la condivisione del pane, l’offerta, l’amore che ci mette in comunione col Padre e con i fratelli. Questo pane è la vita eterna.Mons Angelo Sceppacerca9 agosto 2015
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