Domenica 28 Settembre | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 28 Settembre

Liturgia: Ez 18, 25-28; Sal 24; Fil 2, 1-11; Mt 21, 28-32Domenica 28 Settembre I figli potrebbero essere quattro. Quello che dice sì e poi non va e quello che dice no e poi va a lavorare nella vigna. Ci potrebbe essere anche il figlio che dice no e non va e quello che dice sì e va. L'unico esempio di quest'ultimo caso è Gesù, mentre del penultimo caso vogliamo sperare che non ci sia nessuno.

Il ripensamento è importante. Permette al figlio prodigo di tornare in vita e passare, dalla condizione di guardiano di porci a quella di fratello e figlio amato. Ripensare è pentirsi, rammaricarsi, convertirsi. Giuda stesso si pentì: anche per lui resta aperta una fessura per scamparla.

L'inizio è sempre del Signore che ci si avvicina e ci manda a lavorare nella vigna, a operare. Tutti uguali: sacerdoti e anziani, pubblicani e prostitute. Tutti racchiusi tra misericordia e conversione. Non ci sono categorie favorite e nessuno è privilegiato; quello che fa la differenza è "l'aver creduto a Giovanni", il profeta dell'appello a cambiar vita. Un altro modo di capire che ciò che conta è andare nella vigna e darsi da fare. E se sono pochi quelli che obbediscono, allora ci soccorre il pentimento a portarci a Lui che ci si fa vicino – lui per primo – ad ogni ora del giorno.

Gesù inizia spesso con una domanda. Anche oggi: "Che ve ne pare?". Vuole portarci a riflettere, cercare, smuoverci. La domanda non riguarda solo lo svolgersi della parabola, ma anche l'esito della storia che vede arrivare prima pubblicani e prostitute. "Che ve ne pare?".Mons Angelo Sceppacerca28 settembre 2014
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