Commento al Vangelo
Domenica 7 gennaio - Battesimo di Gesù
Liturgia: Is 55, 1-11; Da Is 12; 1Gv 5, 1-9; Mc 1, 7-11In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».
È la festa del Battesimo di Gesù, inizio della sua vita pubblica, inaugurazione della sua missione salvifica. Il primo gesto pubblico di Gesù è quello di mescolarsi ai peccatori che vanno a farsi battezzare da Giovanni Battista al fiume Giordano. L'incomparabilmente Santo si unisce ai peccatori. Colui che è una sola cosa con Dio si fa uno con chi si è allontanato da Dio. In questo modo Gesù mostra il vero volto di Dio. Dio è misericordioso e vuole vincere con il suo amore il rifiuto e la resistenza dell'uomo. Dio è Padre.
Durante tutta la vita Gesù cercherà i peccatori, starà volentieri e siederà a mensa con loro, fino al punto da scandalizzare le persone devote e attirarsi le loro critiche. E morirà sulla croce in mezzo a due banditi, prendendo su di sé il peso di tutti i peccati dell'umanità. La sua missione è essere il Messia Salvatore secondo la figura Servo di Dio. Così lo presenta al mondo la voce del Padre mentre esce dall'acqua del Giordano: "Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento".
Nello stesso tempo lo Spirito Santo discende dal cielo su di lui come una colomba: come quella di Noè che annunciò la fine del diluvio e il ritorno dell'armonia, della vita e della pace, perché la missione di Gesù è quella di riconciliare tutti gli uomini con Dio e tra loro; come la colomba del Cantico dei Cantici, simbolo del popolo di Dio unito a lui come sposa al suo sposo, perché la missione di Gesù è quella di convocare ed edificare la Chiesa, chiamata alla comunione con Dio, alla festa delle nozze eterne.
All'inizio del suo Vangelo, in poche parole Marco sigilla il legame assoluto di Gesù con Israele e nello stesso tempo lo presenta in tutta la potenza dell'elezione divina e della proclamazione dell'intimo mistero della sua Persona. Il Battesimo di Gesù: una festa tutta trinitaria.
In questo "inizio del Vangelo" sta anche Giovanni Battista che raccoglie e sigilla nella sua persona tutta la rivelazione e la profezia che precede Gesù. Senza Gesù le Scritture non sarebbero svelate. Senza la profezia di Israele Gesù non sarebbe annunziato e dato. Giovanni raccoglie il tesoro della profezia e, indicandolo, si china dinanzi a Gesù che battezzerà in Spirito Santo.
Gesù è anonimo in mezzo alla folla accorsa al Giordano da Giovanni. Gesù è in mezzo a noi. Di Giovanni questo vangelo non dice nulla; solo lui vede aprirsi il cielo e lo Spirito che scende come una colomba. Anche la voce dal cielo forse l'ha udita da solo: "Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento". Certamente è solo ad essere sospinto dallo Spirito nel deserto, quasi un esilio. Quaranta giorni stanno per la durata di una generazione, quasi una vita intera. Gesù è con noi anche nella povertà del deserto, subendo la prova e l'esposizione al male con la tentazione di Satana. Gesù in tutto come noi, ma non nel peccato.
Il vero battesimo di Gesù sarà la sua morte in croce. Anche allora il centurione, per primo, proclamerà la stessa parola del Padre: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!». Gesù morirà tra due ladroni, ma già all'inizio della sua vita si è messo in fila con i peccatori.
Mons Angelo Sceppacerca7 gennaio 2024