Domenica 9 dicembre | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 9 dicembre

Liturgia: Bar 5, 1-9; Sal 125; Fil 1, 4-6.8-11; Lc 3, 1-6Domenica 9 dicembre

Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
«Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

Giovanni Battista è il prologo della venuta del Signore. Il tempo della salvezza inizia il quindicesimo anno dell'impero di Tiberio Cesare, 28° della nostra era. I dati di Luca sono esatti. Così precisò papa Benedetto XVI: "L'Evangelista vuole avvertire chi legge o ascolta che il Vangelo non è una leggenda, ma il racconto di una storia vera, che Gesù di Nazaret è un personaggio storico inserito in quel preciso contesto".

Ieri, festa dell'Immacolata, abbiamo contemplato Maria come il fiore più bello germogliato dalla parola di Dio. Lei è la primizia della Chiesa, giardino di Dio sulla terra. Se Maria è l'Immacolata, la Chiesa ha continuamente bisogno di purificarsi, come più volte ha ribadito Papa Benedetto XVI, perché il peccato insidia tutti i suoi membri. "Nella Chiesa è sempre in atto una lotta tra il deserto e il giardino, tra il peccato che inaridisce la terra e la grazia che la irriga perché produca frutti abbondanti di santità". L'Avvento è appello accorato a raddrizzare le nostre vie, lasciandoci guidare dalla parola di Dio. In parole semplici ci vuole penitenza, perché Dio non può entrare dove c'è orgoglio e arroganza, freddezza o indifferenza. Questi producono poteri e squilibri. Maria canta: "Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili". E Giovanni promette, con la sua visione, che ogni uomo vedrà la salvezza di Dio.

Nel Vangelo di Luca colpisce la lunga descrizione delle strutture di governo mondiale, locale e religioso: l'imperatore, il governatore, i tetrarchi, i sommi sacerdoti. Sta a dire che l'intervento divino non è "fuori" ma "dentro" la storia. Le grandi religioni tendono a portare la persona fuori dal suo mondo; la nostra fede ci mostra il Dio d'Israele, il Padre di Gesù, che entra nella storia, nella nostra carne umana, per fare una storia nuova e persone rinate.

Siamo in Avvento, tempo di attesa e di venuta. Si può aspettare anche tutta la vita, ma quando avviene

la vita cambia e l'uomo vede la salvezza di Dio.

Mons Angelo Sceppacerca9 dicembre 2018
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