Domenica 17 dicembre | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 17 dicembre

Liturgia: Is 61, 1-2.10-11; Lc 1; 1Ts 5, 16-24; Gv 1, 6-8.19-28Domenica 17 dicembre

Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».  Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Giovanni è la voce; non richiama l'attenzione su di sé, ma su colui che sta per arrivare. I giudei che lo interrogano sono i capi religiosi in polemica con Gesù, sono gli avversari, i rappresentanti di quelli che non credono. Sono distinti dagli israeliti, che ascoltano la parola e rappresentano il resto d'Israele che attende il Messia. I giudei, allora, chiedono conto a Giovanni della sua identità: Tu chi sei? E Giovanni confessa di non essere il Cristo, il Salvatore atteso da Israele. Egli non è Elia o il Profeta, ma la voce di uno che grida nel deserto e prepara la via al Cristo, vera salvezza.

Giovanni Battista porta in sé tutta la profezia e indica la presenza del Messia. È lo stesso compito che abbiamo noi oggi, chiamati a testimoniarlo presente tra noi e nella storia dell'umanità. Più vicino è il Messia, più si fa piccola la figura del profeta perché vuole essere tutto e solo dito che indica il Cristo. Questo è il senso del voler scomparire del Battista, del suo "non essere" che una voce, perché il Signore Gesù è in mezzo a noi. Anche i gesti del Battista lo confermano: il suo battesimo è di acqua, quello del Signore è di spirito e fuoco. L'umiltà e la fedeltà del Battista sono esemplari: egli allontana l'attenzione e lo sguardo da sé per orientare tutti verso il Signore, verso il grande sconosciuto che vive tra gli uomini e che essi non conoscono.

Gesù è luce, autentica e perfetta; la sola che soddisfa le aspirazioni e dà senso a tutte le altre luci sulla scena del mondo. È luce nell'intimo dell'essere come presenza e salvezza. È il motivo per cui questa è detta la domenica della gioia: gioia per tutta la Chiesa in missione di speranza verso ogni povertà dell'uomo. Credere nel Figlio di Dio è grazia assoluta; la fede non è legata a una causa, alla ragione o a un'azione umana. È puro dono di Dio.

Mons Angelo Sceppacerca17 dicembre 2017
Licenza Creative CommonsLe informazioni e gli articoli pubblicati su questo sito sono distribuiti con Licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia