Domenica 17 Gennaio | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 17 Gennaio

Liturgia: Is 62, 1-5; Sal 95; 1Cor 12, 4-11; Gv 2, 1-11Domenica 17 GennaioIl terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

La protagonista è la madre di Gesù. L'episodio accade “il terzo giorno”: l’evocazione pasquale ricorre molte volte in questo vangelo; per Giovanni si è sempre nei paraggi della Pasqua di Gesù. Una scena di matrimonio con la presenza della madre di Gesù e al quale era stato invitato anche Gesù con i suoi discepoli. Una festa di nozze come tante, ma questa rappresenta tutta la vicenda di Israele, le grandi nozze tra Dio e il suo popolo, anzi con tutta l’umanità. Nozze con una mancanza, segnate da insufficienza e povertà. L’invito di Gesù alle nozze è attesa e profezia della pienezza messianica.

Quanta povertà c’era in quelle nozze? Il vino era finito o non ce n’era affatto? Semplicemente: “mancando il vino” sta a dire che a quelle nozze qualcosa manca e forte sarà la risposta di Gesù a sua madre. Anche la denuncia di questa mancanza è forte, al punto da farsi preghiera e invocazione, riconoscimento di miseria e urgenza di aiuto. In quella festa c’è necessità di soccorso e di salvezza. E’ Israele col suo accorato desiderio nuziale di Dio. Maria è la Madre di Israele ed è la Madre di Gesù!

La risposta di Gesù è drammatica - “Donna, che vuoi da me?”, - e indica un reale distacco tra Gesù e la madre. Lo si comprende proprio pensando alle nozze tra Dio e l'umanità, naufragate nella drammatica disobbedienza e nel peccato. Dio ritroverà la creatura amata e perduta nella Pasqua di Gesù il quale, però, ricorda che “Non è ancora giunta la mia ora”. Il vino che manca è quello del sacrificio d’amore dello Sposo.

Il miracolo di Cana, grazie all’intercessione della Madre, anticipa l’ora della Croce e Cana si fa segno delle nozze celebrate e consumate nella Pasqua di morte e resurrezione. La Madre ora si rivolge ai servi facendone dei discepoli, perché facciano tutto quello che il Figlio dirà.

Il dono di Gesù non è solo l’acqua divenuta vino, ma un vino buonissimo. E’ l’esaudimento oltre ogni desiderio; è il passaggio dalla morte alla vita. Tutto è chiamato a risurrezione. Questo è l’inizio dei segni, l’ultimo, in pienezza, sarà la sua Pasqua di morte e di gloria. Anche la Madre, Maria, è qui all’inizio e alla fine ai piedi della croce. È l’umanità totalmente aperta a Dio, il primo modello del credente.Mons Angelo Sceppacerca17 gennaio 2016
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