Il presepe vivente ad Agnone
Agnone ha rivissuto come ogni anno un'atmosfera natalizia unica nel suo genere. La sera della vigilia di Natale la città si è illuminata di fuoco con la tradizionale 'Ndocciata che ha immesso il cuore dell'agnonese alla veglia di mezzanotte dove il suono melodioso della pastorale unito allo sferrare delle campane ha fatto rivivere la nascita del Dio Bambino. Un rito ancestrale pagano quello del fuoco che voleva omaggiare il dio Mitra, un percorso di luce quello odierno che ci vuole guidare alla vera Luce. Una tradizione dove cultura e fede si intersecano e le emozioni scaturiscono dal cuore per quel legame che riesce ancora ad unire a Dio.
Da 58 anni la grande 'Ndocciata della vigilia termina con la rappresentazione vivente della Natività per esplicitare ancor di più il percorso svolto dai pastori che nel rientrare dalle contrade nell'assistere alla messa di Natale simbolicamente si accostavano all' umile grotta di Betlemme ed adoravano anch'essi, con il loro autentico sacrificio, quel Dio che come loro si era fatto povero. Il presepe vivente più longevo del Molise è nato per iniziativa dei frati francescani cappuccini all' epoca in cui svolgeva servizio nel convento agnonese un certo Padre Cipriano de Meo, che successivamente avremo rincontrato come vice postulatore della causa di beatificazione del servo di Dio Matteo. Da allora fino ad oggi il presepe non ha mai avuto interruzioni e si è evoluto nel corso dei tempi caratterizzandosi per l'inserimento all'interno della rappresentazione di un messaggio di alta attualità. La gioventù francescana originaria, con gli anni, si è tramutata in Cenacolo Culturale e i veterani che ricordano ancora Don Camillo Carlomagno ( medico, scrittore e poeta) hanno preso le sue redini nella stesura dei testi originali e nella direzione artistica dell'evento; tra questi mi permetto di citare Giorgio Marcovecchio, Giuseppe de Martino, Saverio la Gamba e Roberto Carlomagno che da trent'anni si occupano della logistica e promuovono il ricambio generazionale che permette ai giovani di essere i veri protagonisti del messaggio di Gloria.
Quest' anno gli sceneggiatori hanno inserito l' immagine dei bambini accostati a Gesù riprendendo il brano di Mc 10, 13-16 ed evidenziando tre casi di violenza sui minori che hanno subito Fortuna Loffredo, Giuseppe di Matteo ed il piccolo Ailan, vittime innocenti di mano d'uomo che hanno richiamato la nostra attenzione sui notiziari dell'ultimo anno. Vite spezzate come spezzati sono i cuori di chi non le ha sapute accogliere; tre diversi casi in cui se ne possono racchiudere migliaia; Ma il messaggio della Natività 2017 è senza dubbio di speranza, di accoglienza alla vita per la vita ad immagine di Maria donna del "libero Si" e di Giuseppe uomo del discernimento orante e dell accoglienza. Questo sia il monito per ciascuno di noi.
Sem. Riccardo Longo
Foto a cura di Don Onofrio Di Lazzaro
3 gennaio 2018